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Tipoitalia2 tra Parma e Genova

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Settimana prossima la rivista sulla tipografia italiana Tipoitalia sarà presentata sia a Parma, lunedì 23, sia a Genova, mercoledì 25 in due conferenze tipografiche.

Due occasioni per conoscere questa importante pubblicazione nel panorama della comunicazione visiva italiana e nello specifico del mondo tipografico che finalmente vive un nuovo Rinascimento.

Il secondo numero di Tipoitalia è quasi interamente dedicato ai numeri. Di solito comprimari sulla scena tipografica, le cifre, al pari delle lettere nel parallelo universo dell’alfabeto, hanno una loro precisa identità nella scrittura. Oltre a una riconosciuta funzione pratica, come quella di rappresentare le ore nei quadranti o indicare la numerazione civica, in questi casi specifici i numeri possiedono anche un valore estetico-formale, dialogando con le lancette o adattandosi allo stile architettonico delle facciate.

Parma
lunedì 23 novembre 2009, ore 18:00
Biblioteca Palatina / Museo Bodoniano
Piazza della Pilotta 3, Parma

Genova
mercoledì 25 novembre 2009, ore 18:30
Berio Cafè
via del Seminario 16, Genova

“L’alfabeto e la città” di James Clough: la conferenza

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Si è svolta martedì scorso, presso il Centro di Studi Grafici di Milano, la conferenza di James Clough “L’alfabeto e la città” con numerosa partecipazione di pubblico dove James ci ha incuriosito, divertito e fatto riflettere sulle varie insegne, iscrizioni, targhe e segnaletiche che ha fotografato personalmente, o che ha ricevuto, in giro per l’Italia.

Tralasciando le lapidi e le iscrizioni antiche italiane, delle quali una sola serata non sarebbe bastato ad illustrarle, James ci ha fatto vedere un pot-pourri di immagini partendo dalle targhe stradali, da quelle “ordinate” milanesi con le indicazioni scolpite e pitturate di nero su lastre di marmo bianco e in alcuni casi adattate in ornamenti architettonici, a degli esempi di Bergamo che ne vanta ben 15 tipi differenti, o all’esempio di Urbino composte in «Didot» condensato che le rende illeggibili. Altre targhe che ci ha fatto vedere: una in ceramica di Faenza (molto pertinente con la cultura cittadina) o una, sempre in ceramica, di Monleale (AL) dove l’indicazione “via Castello” risulta molto bello e brillante, come pure una curiosa di Borgo Po a Torino in stile rococò fiorentino che “scaccia i romani” o i “nissioetti” (nizioletti – lenzuolini) veneziani, a me cari, introdotti nella città lagunare dagli occupanti napoleonici nella fine del ıx Secolo (come ci conferma anche James Mosley).
Le targhe proiettate di seguito invece illustravano i numerosi “misfatti”, purtroppo facilmente ritrovabili, in giro per l’Italia: da una “via Tasso” a Cologno Monzese (MI) ad una sovrapposizione di targhe a Pianezza (TO) dove le nuove metalliche composte con un pessimo carattere coprono in parte le antiche molto belle, memoria storica di un paese. Per non parlare delle targhe tipo “via D. Alighieri” con “via Dante A.” (la foto di Anna Ronchi le mette in confronto ambedue).

Nella seconda parte della serata James ci ha fatto vedere alcune iscrizioni archigrafiche degli anni ’30 in tanti diversi stili tra le quali il bellissimo bastoni spaziato del Tribunale di Milano fatto dall’Arch. Marcello Piacentini e sempre dello stesso progettista le iscrizioni del Museo Nazionale di Reggio Calabria e del Palazzo INPS-Missori a Milano. Alcuni curiosi nessi tipografici trovati sulle lapidi del Cimitero Monumentale di Milano ed altre iscrizioni dove si notavano i diversi posizionamenti, più orizzontali o più verticali, delle ‘S’ sinuose tipiche di quegli anni.
In contrapposizione al bastoni di Piacentini per il Tribunale milanese, l’uso tridimensionale dello «Stop» di Aldo Novarese per il Tribunale di Napoli. Aldo non avrebbe mai ipotizzato tanto onore per un suo carattere “sperimentale e giocoso” utilizzato per un luogo tuttaltro che allegro.

Terza parte della conferenza riguardava le insegne di negozi nate come puro lettering dipinto su fondo metallico o dipinto sul verso di lastre di vetro ora sempre più diventate di materiale plastico, perdendo quella manualità artigianale che creava “opere” molto interessanti. Di queste tipologie di insegne James ci ha illustrato tre tipi differenti: Liberty, vernacolari (inteso come opere non professionistiche ma molto “libere e fuori da ogni regola compositiva”) e progetti grafici veri e propri.
Interessanti sono le ricerche sulle vecchie insegne che stanno scomparendo o che, purtroppo sono già scomparse, ma che fortuna rimangono almeno come fotografie, come la “Latteria” di Milano in zona via Zecca Vecchia e una oramai rarissima indicazione, sempre nel centro di Milano, di denominazione di “Contrada”.
Sopravvivono ancora delle vecchie insegne come quella del negozio “Mutinelli” a Milano o di un cinema a Modena come pure di mosaici pedonali a Venezia per indicare ristoranti (un esempio illustrato è l’uso di un corsivo inglese per un ristorante storico veneziano la “Antica Carbonera”), in alcuni casi la sensibilità di alcuni negozianti fa sì che, nonostante il negozio venda altra merce o che abbia cambiata solo la propietà, mantenga le insegne storiche come testimonianza culturale e storica del vissuto (l’insegna “Paracqua” o di una ex Farmacia trasformata in boutique ambedue in via Solferino a Milano ne è un esempio).
Tra le tante insegne progettate che James ci ha fatto vedere ci sono stati alcuni esempi tra i quali l’uso un po’ particolare di una ‘H’ per un fast food di Pesaro dove la lettera è diventato il busto di un cameriere che serve un burger o i giochi di lettere in altri elaborati.
Anche in questa categoria non mancano i “sotterfugi” come nel negozio di casalinghi dove la lettera ‘g’ è stata completamente posizionata sopra la linea di base (caso già illustrato in un mio precedente post sulla segnaletica della Metropolitana di Milano).
In chiusura di serata alcuni esempi di insegne esposte e di tombini di ghisa interessanti per alcuni accorgimenti per visualizzare, a seconda della forma del tombino stesso, gli acronimi di appartenenza.
Altre immagini di questa “caccia fotografica” di James Clough sono reperibili nei suoi articoli che ha scritto ultimamente per la rivista “Graphicus”.

Grazie James!

Sarà un posto tranquillo?

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A Burano nella Laguna di Venezia questa curioda indicazione
A Burano, nella Laguna di Venezia, questa curiosa indicazione

Sicuramente, in passato, questa fondamenta di Burano (VE) non era un posto raccomandabile data la denominazione. Ora al massimo potete essere “assaliti” dalle merlettaie che vi illustrano l’arte del prezioso merletto buranese o dai pescatori che riparano le reti in queste coloratissime isole che formano Burano.

Interessante è il tipo di carattere utilizzato con le (S) molto particolari, le (A) con la barra orizzontale bassa,  oltre che dalla tipologia di supporto differente dai “ninzioletti” presenti nel resto della laguna veneta. Infatti se a Venezia, Murano, ecc. l’indicazione delle calli, dei campi, dei rioterrà, ecc. sono fatte in stencil su dei rettangoli bianchi che sembrano lenzuolini a Burano sono scolpite nella pietra e successivamente riempite, ora di vernice nera, una volta di pece.

Testo in portoghese

Scritte sbiadite a Milano (2)

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“ … CHE DA LE TEMPRA ALLE ANIME”
“ È L’AZIONE CHE DA LE TEMPRA ALLE ANIME”

Un’altra scritta sbiadita a Milano, questa volta eredità del ventennio fascista, è una delle tante frasi propagandistiche di Mussolini che comparivano principalmente nei muri dei paesi e su molti cascinali nelle campagne italiane.

In questo caso è un rarissimo esempio, forse unico, presente in una grande città come Milano anche se posto nell’estrema periferia sud della città nel quartiere del Vigentino, fino a pochi anni prima del Fascismo, comune a se stante di vocazione agricola.

Interessanti in queste tipologie di scritte sono, ovviamente, i caratteri utilizzati: lineari condensati con delle lettere particolari nel disegno come la ‘N’.

Scritto da Giò

luglio 15th, 2008 at 12:16

Scritte sbiadite a Milano (1)

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“VIETATO LO SCARICO DELLE IMMONDIZIE NEL FOSSO LATERALE LA STRADA”
“VIETATO LO SCARICO DELLE IMMONDIZIE NEL FOSSO LATERALE LA STRADA”

Se uno è un buon osservatore può imbattersi sui vecchi muri della propria città in curiose, emozionanti scritte e insegne sbiadite e deteriorate dal tempo.

Una sorta di malinconica testimonianza dei tempi passati ma pure una importante documentazione sulla tipologia dei caratteri utilizzati dipinti più delle volte in un ottimo lettering.

Riuscire poi a decifrare le scritte ed immaginare il contesto dove erano inserite quando sono state fatte ed allo stesso tempo vederle nel contesto odierno.

L’immagine sopra è posta a Milano in via Ripamonti nell’allora Comune di Vigentino inglobato negli anni ’30 nel Comune di Milano. Ai lati di questa lunghissima via milanese fino agli anni ’60 scorrevano le rogge in quanto essendo una via di uscita dalla città era costeggiata già da molti terreni agricoli.

Ora, in questa trafficatissima via, questa scritta fa sorridere e guardando al problema dello scarico delle immondizie nel napoletano ciò fa pensare.

Scritto da Giò

luglio 10th, 2008 at 12:11

Tipografia italiana a Genova

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A Genova, presso la Villa Croce, Museo d’Arte contemporanea, c’è l’archivio del manifesto una istituzione culturale nella tradizione della città. In questa raccolta vengono conservati molti manifesti tipografici principalmente degli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo progettati da AG Fronzoni come questi qui sotto che hanno fatto parte della mostra a lui dedicata nel 2004 dal titolo “Attraversare Genova. Percorsi e linguaggi internazionali del contemporaneo”.

Villa Croce
Via Jacopo Ruffini 3
16128 Genova
Tel. ++39-010-585772 – Fax ++39-010-532482

email: museocroce@comune.genova.it

Orario: Lunedì, martedì, mercoledì, giovedì 9-13 / 14-17.30; venerdì 9-15 continuato