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Le abbreviazioni tipografiche

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Fin dall’epoca dell’Impero Romano e fino al XVI secolo, gli scrittori hanno ricorso a delle, “scorciatoie” da un lato per fare tenere il testo nello spazio d’impaginazione imposto e dall’altro per guadagnare spazio per economizzare denaro, poiché l’incisione nella pietra e la calligrafia su papiro e poi su pergamena è sempre costata cara.

Così, allora, inventarono i segni delle abbreviazioni. La loro moltiplicazione ha fatto che la lettura del testo alfabetico si è a volte trasformata in una vera codificazione di segni convenzionali (un pò come la stenografia in uso d’oggi) che solo l’iniziati potevano comprendere.

La prima tipografia ereditò ai suoi albori queste abbreviazioni che durarono un secolo e vennero soppresse sia per il minor uso del latino, sia per rendere più comprensivi i testi al maggior numero dei lettori. Al giorno d’oggi vengono utilizzate diverse abbreviazioni per le diverse lingue.

Segni delle abbreviazioni utilizzati dal VIII al XVI secolo nella calligrafia e nella nascente tipografia
Segni delle abbreviazioni utilizzati dal VIII al XVI secolo nella calligrafia e nella nascente tipografia

Curiosi sono i significati di alcune di queste abbreviazioni, per esempio l’asterisco * che significava il denaro o il simbolo dell’infinito ∞ che un tempo si riferiva alla cifra mille intesa anche come Anno Mille (quello allora previsto come la fine del mondo e quindi l’infinito).

Testo in portoghese

La tilde e la sua origine

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I copisti amanuensi del Medio Evo semplificavano il loro penoso lavoro abbreviando le parole e i nomi sostituendoli con determinati glifi. Per copiare più velocemente e per risparmiare inchiostri e pergamene che erano molto costose utilizzavano abbreviazioni e segni vari. Alcuni di questi glifi continuano ad essere utilizzati anche oggi.

Fu così che nacque, per esempio, la tilde (~), per sostituire una “m” o una “n” che nasalizzava la vocale anteriore. La tilde (parola derivante dal latino titulus) era una abbreviatura, una piccola “n a forma di onda” posizionata sopra la lettera.

Oggi, la tilde è un segno diacritico che serve per nasalizzare le vocali (in portoghese) e la “n” (nello spagnolo). Curiosamente, in Portogallo, nel dittongo “ão”, la tilde fu per molto tempo collocato sopra la “o” di seguito a volte sopra la “a”, a volte sopra la “o”. Le notizie più antiche sulla definizione di tilde è del XVI secolo nel testo «Gramática» di João de Barros.

Referenza e traduzione da: Cadernos de Tipografia, Nr. 2

Testo in portoghese