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Corpo del carattere

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La dimensione del carattere tipografico si misura in senso verticale e si definisce corpo.
Con riferimento ai vecchi caratteri di fonderia è la misura dell’altezza della faccia del blocchetto in lega di piombo – antimonio sulla quale è fusa in rilievo la forma ribaltata del carattere, questa altezza è compresa quindi fra la spalla superiore e la spalla inferiore. Questa distanza è, sempre tipograficamente, la dimensione costante di tutto l’alfabeto.
L’altezza del corpo è tradizionalmente misurata in punti, corrispondenti a circa 1 / 72 di pollice (In tipografia digitale, il punto è stato arrotondato esattamente a 1 / 72 di pollice americano. Nei sistemi precedenti, proposti da Pierre Fournier le Jeune,American Type Founder’s Association e da Firmin Didot, il punto variava da 0,349 millimetri, 0,3515 millimetri e di 0,376 millimetri, rispettivamente). Altre misure tipografiche, ormai poco utilizzati, sono Cicero e Pica, entrambi con il 12 punti. Nella tipografia digitale, il corpo è una misura relativa che può essere scalata a qualsiasi dimensione.

Il corpo è suddiviso in due spazi: l’occhio del carattere, che è compreso tra la linea inferiore, corrispondente alla massima discendente della lettera minuscola (g) o della (p), a seconda del tipo di carattere, alla linea superiore che corrisponde alla massima ascendente della lettera minuscola (l) e l’area delle accentazioni. dove possone essere presenti gli accenti, le dieresi e i segni diacritici per le lettere maiuscole.
Lo stesso occhio comprende la linea di base (baseline) la linea immaginaria della base della parte mediana sulla quale si appoggiano tutte le lettere di una riga di testo e dalla linea dell’altezza delle maiuscole, che è sempre inferiore alla massima altezza dell’ascendente della minuscola.
Sopra la linea di base si trova la x-height (altezza della x), corrispondente alla distanza tra la linea di base e la parte superiore delle lettere minuscole, senza ascendenti e del maiuscoletto e la linea delle ascendenti, che segna l’altezza delle lettere minuscole con tratti ascendenti (come la lettera ‘b’), e in alcuni casi, le lettere maiuscole. No caso de fontes de texto mais tradicionais, a altura das maiúsculas é um pouco menor do que a das minúsculas com ascendentes, e é marcada pela linha das capitulares . Nei caratteri di testo più tradizionali, l’altezza delle maiuscole è leggermente più basso rispetto alla massima ascendente di una minuscola. La linea che determina la x-height può essere chiamata linea mediana.
Quindi per misurare correttamente il corpo, si deve calcolare la distanza che intercorre tra l’ipotetico accento posto sopra alle lettere maiuscole; fino all’estremità inferiore dell’ascendente della lettera minuscola.

Testo in portoghese

Anatomia dei caratteri

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Molti sono i vocaboli utilizzati per definire le parti anatomiche delle lettere.
Le aste sono gli elementi essenziali al carattere, poiché senza di esse la lettera non esisterebbe. Infatti le aste, con la loro combinazione convenzionale di linee, costituiscono la forma delle lettere e quindi si può dire che le lettere sono formate fondamentalmente da linee:
rette: E F H I L T i l
spezzate: A K M N V W X Y Z k v w x y z 1 4 7 1 4 7
curve: C O Q S c o s 0 3 6 8 9 0 3 6 8 9
miste: B D G J P R U a b d e f g h j m n p q r t u 2 5 2 5
Le aste rette possono essere:
– Aste verticali: sono così chiamate propriamente solo quelle delle lettere maiuscole.
– Aste medie – aste ascendenti – aste discendenti: sono così chiamate quelle delle lettere e numeri minuscoli indicando la loro posizione nello sviluppo verticale delle lettere stesse.
– Aste montanti (salienti o discendenti): sono quelle che non sono disposte perpendicolarmente alla linea di base.
– Aste traversali o barre: sono quelle che uniscono direttamente fra loro le aste verticali o le montanti.
– Aste traversali ad incrocio: sono quelle che troviamo nelle lettere minuscole (f) e (t) e nella cifra (4 4).
– Aste traversali spezzate: sono quelle che troviamo nelle lettere (M), (W) e (w).
– Aste oblique o spine rette: sono quelle che troviamo nelle lettere (N), (X), (Z), (x) e (z).
Si deve fare una distinzione tra i vari spessori delle aste: il filetto, per esempio, è un’asta di spessore minimo.

(1) Aste orizzontali - (2) Aste verticali - (3) Aste medie - (4) Aste montanti - (5) Aste traversali spezzate - Aste oblique (spine rette) - (6) Aste di congiunzione - (7) Archi - (8) Ardiglioni - (9) Barre e Aste traversali - (10) Becchi o rostri - (11) Bracci - (12) Code curve - (13) Code rette - (14) Colli - (15) Cravatte - (16) Gambe - (17) Ganci ad uncino- (18) Incroci traversali - (19) Occhielli - Anelli - Rilievo - (20) Orecchi a bottone - (21) Orecchi a goccia - (22) Orecchi a becco o uncino - (23) Orecchi a bandiera - (24) Pilastrini o speroni - (25) Spine curve o dorso - (26) Tratti terminali di testa - (27) Tratti terminali di piede - (28) Vertici superiori, inferiori e mediano - (29) Biforcazioni - (30) Spazio chiuso]img src=../immagini/6595658.jpg alt=(1) Aste orizzontali - (2) Aste verticali - (3) Aste medie - (4) Aste montanti - (5) Aste traversali spezzate - Aste oblique (spine rette) - (6) Aste di congiunzione - (7) Archi - (8) Ardiglioni - (9) Barre e Aste traversali - (10) Becchi o rostri - (11) Bracci - (12) Code curve - (13) Code rette - (14) Colli - (15) Cravatte - (16) Gambe - (17) Ganci ad uncino- (18) Incroci traversali - (19) Occhielli - Anelli - Rilievo - (20) Orecchi a bottone - (21) Orecchi a goccia - (22) Orecchi a becco o uncino - (23) Orecchi a bandiera - (24) Pilastrini o speroni - (25) Spine curve o dorso - (26) Tratti terminali di testa - (27) Tratti terminali di piede - (28) Vertici superiori, inferiori e mediano - (29) Biforcazioni - (30) Spazio chiuso
(1) Aste orizzontali – (2) Aste verticali – (3) Aste medie – (4) Aste montanti – (5) Aste traversali spezzate – Aste oblique (spine rette) – (6) Aste di congiunzione – (7) Archi – (8) Ardiglioni – (9) Barre e Aste traversali – (10) Becchi o rostri – (11) Bracci – (12) Code curve – (13) Code rette – (14) Colli – (15) Cravatte – (16) Gambe – (17) Ganci ad uncino- (18) Incroci traversali – (19) Occhielli – Anelli – Rilievo – (20) Orecchi a bottone – (21) Orecchi a goccia – (22) Orecchi a becco o uncino – (23) Orecchi a bandiera – (24) Pilastrini o speroni – (25) Spine curve o dorso – (26) Tratti terminali di testa – (27) Tratti terminali di piede – (28) Vertici superiori, inferiori e mediano – (29) Biforcazioni – (30) Spazio chiuso”

Le aste curve si possono distinguere in:
Archi: sono le aste curve aperte presenti nelle seguenti lettere e cifre:
(C – D – G – U – c – e – h – m – n – u – 2 – 2 – 3 – 3 – 5 – 5 – 6 – 9 – 9).
Anelli o occhielli: sono le aste curve chiuse presenti nelle seguenti lettere e cifre: (B – O – P – Q – R – a – b – d – e – o – p – q – & – 0 – 6 – 8 – 9); come pure in quasi tutti i caratteri di stile Calligrafico inglese.
Spine curve: sono le aste ondulate aperte presenti nelle lettere: (S – s – a); come pure nella cifra (2 – 2). Le aste possono essere uniformi o modulate. Si dicono uniformi quando il loro spessore rimane costante; mentre sono modulate quando i loro contorni formano un’armonica e graduale variazione di spessore.
La modulazione può essere a fusello e tronca; con pieni perfetti e di massima forza (grado calligrafico) oppure con pieno nascente e morente o con una porzione digradante in filetto.
Si dà una particolare importanza all’inclinazione delle curve modulate per la determinazione dello stile di una lettera tra un Romano Antico (curva inclinata a 45°), Veneziano (curva inclinata a 30°), Transizionale, Bodoniano ed Egiziano (curva verticale).
La forma delle lettere dà luogo a un contorno interno ed esterno delle medesime; tale contorno costituisce un fattore estetico di massimo interesse.
Se poi si considera che il contorno esterno e interno nelle lettere ad asta uniforme (gran parte dei lineari) è parallelo, mentre in quelle modulate esso è continuamente variato, si può intendere la raffinata sensibilità del disegnatore attento ad ogni effetto delle tensioni e delle forme create dal fluire delle linee. Perciò è necessario determinare le aste con una nomenclatura ancora più precisa in relazione alla loro posizione e alla loro forma nelle singole lettere.
Dai più basilari come: Asta verticale, orizzontale e obliqua; Filetto, Gancio, Barra, Montanti, Braccio, Pilastrino, Orecchio, Cravatta, Collo, Archi, Vertice superiore, inferiore e mediano, Coda curva e retta, Gamba, Spine curve, Incrocio, Tratto terminale: acutiforme, curviforme, mistiforme e rettiforme; ecc. Per arrivare a denominazioni più particolareggiate come: Modulazione a fusello, Modulazione tronca, Cimasa, Becco, Terminazione a bottone, a goccia, a becco, ecc.
Per prima cosa è consigliabile imparare a riconoscere le parti del carattere. Solo così sarà poi più facile riconoscere le caratteristiche dell’alfabeto base scelte dai diversi disegnatori.
Altre denominazioni particolari:
Coda che può essere retta o curva, è l’asta pensile di alcune lettere maiuscole e minuscole: (K – Q – R – g – j – k – p – q – y) e della cifra (7).
Uncino o gancio è un particolare tipo di coda o parte di essa presente nei caratteri ( J – f – j – r – t).
Bracci delle lettere sono certe porzioni terminali delle aste rette e curve aperte.
Ardiglione è il braccio che differenzia la (G) dalla (C). Pilastrino o sperone è il tratto verticale della (G), il sostegno dei bracci della (Y) e delle cifre (4 – 4) e (5 – 5).
Cravatta è l’asta orizzontale centrale della (E) e della (F).
Collo è l’attacco della coda della (g) al suo anello.
Vertice superiore, inferiore o mediano è l’unione e l’incrocio delle aste inclinate.
Aste di congiunzione sono i raccordi tra l’asta principale e gli altri elementi del carattere. Sono presenti nelle maiuscole: (B – D – P – R) e nelle minuscole: (b – d – h – m – n – p – q – u).
Tratti terminali, dette anche le grazie, sono sempre un’accentuazione stilistica dell’espressione fisionomica e decorativa delle lettere. Essi possono essere definiti tratti di testa se posti come tratti iniziali al carattere, e tratti di piede se sono alla base di esso. Sono tratti iniziali e finali quelli dei bracci, delle cravatte e delle code definiti becchi o ganci e ardiglioni.
Le grazie di piede possono essere di diversa forma corrispondente alle classificazioni storiche dei caratteri. Possono essere: angoliformi come nelle lettere Lapidarie romana; fratti come nei Gotici; curviformi come nei caratteri del Rinascimento; digradanti come i Transizionali; estemporanei e manuali come i caratteri Scritti e Calligrafici; fregiformi come negli Ornati; contrastanti come i Bodoniani; rettiformi come gli Egizi; ibridi come le Fantasie.

Tratto da: Grammatica tipografica di Giangiorgio Fuga