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TypeDesign3: Il “Torre Velasca” progettare un alfabeto per un’architettura

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Riprendo, dopo tre mesi, a presentare sul mio blog i lavori della terza edizione del “Corso di Alta Formazione in Type Design” presso il Poli.design di Milano.

In questo post vi presento un’altra font ispirata ad una delle quattro architetture milanesi prese in esame dai partecipanti al corso: la Torre Velasca.

Il progetto è di Bianca Scarfati la quale ha analizzato il quadro storico della Torre progettata e costruita tra il 1956 e il 1958 dal gruppo B.B.P.R.. Il progetto può collegarsi alla rivoluzione formale battezzata Neoliberty, ma con accenni di Brutalismo e comunque facente parte del variegato esprimersi del Razionalismo italiano, che si pone in stretto rapporto con il contesto milanese in cui sorge, svettando assieme al Duomo, ai campanili della città, ma soprattutto col Castello Sforzesco. Con la sua caratteristica forma a “fungo” è uno dei simboli più noti della città.

I primi diciotto piani sono occupati da negozi e uffici, mentre quelli fino al ventiseiesimo sono occupati da appartamenti.

Analizzando il linguaggio architettonico, Bianca ha riscontrato la volontà degli architetti nell’esibire la struttura portante in facciata: essa diviene elegante nervatura che, percorrendo longitudinalmente l’edificio, sostiene l’espansione del volume superiore.

Il prospetto frontale è articolato secondo una griglia che suddivide il passo tra i due pilastri, in quattro parti uguali. Questa maglia è certamente una struttura rigida che si palesa in tutti i piani dell’edificio ma, il posizionamento delle aperture o dei tamponamenti è flessibile e segue un ritmo scandito dalla funionalità degli spazi interni. Queste eccezioni creano un interessante dinamismo in facciata.

In questo blog potrete vedere gli altri otto lavori, sempre abbinati alle quattro architetture milanesi: Torre Velasca, Stazione Centrale, Teatro alla Scala e Ca’ Brutta, già presentati in post in attesa di poter inserire i rimanenti.

I pilastri, sporgenti rispetto ai tamponamenti di facciata, accompagnano la torre evidenziandone l’altezza; anche le modanature che affiancano i serramenti enfatizzano questo aspetto conferendo al tutto un forte senso di verticalità.

Questo senso è riportato anche all’interno della torre nella cura dei rivestimenti, negli oggetti presenti, e sempre accentuato anche nella segnaletica dove la verticale sovrasta sempre l’orizzontale.

Il contrasto della lettera è dato dal rapporto di spessore tra la larghezza dei pilastri e le travi orizzontali che caratterizzano l’estetica della torre

“Equa” la font di Mauro Zennaro per la CAE di Roma

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Proprio un paio di post fa trattavo di un carattere abbinato all’immagine istituzionale del Governo olandese, un gran lavoro per un committente storicamente consapevole e culturalmente attento alla comunicazione visiva ed ai suoi interpreti.

Però qui in Italia, purtroppo, è sempre molto mortificante il comportamento delle istituzioni a qualsiasi livello. Un ultimo esempio è il lavoro progettuale grafico di Mario Fois e Mario Rullo, dello Studio Vertigo di Roma, per la CAE – Città dell’Altra Economia promossa dal Comune di Roma.

La Città dell’Altra Economia è uno dei primi spazi in Europa interamente dedicato a quelle pratiche economiche che si caratterizzano per l’utilizzo di processi a basso impatto ambientale, che garantiscono un’equa distribuzione del valore, che non perseguono il profitto e la crescita a ogni costo e che mettono al centro le persone e l’ambiente. 3.500 metri quadri di esposizione, vendita, eventi e incontri nel cuore di Roma, all’interno dell’antico Mattatoio di Testaccio, appositamente restaurato secondo principi di bioarchitettura. La Città nasce come luogo di promozione di tutta l’altra economia romana, offrendo a tutte le imprese del settore spazi espositivi, luoghi di incontro, formazione, ricerca e sviluppo.

Tale lavoro ha avuto un percorso tormentato fin dall’inizio, nonostante i loro sforzi di coinvolgere tutti i protagonisti del progetto nel percorso progettuale. Ma tra responsabili del Comune “spariti” in corso d’opera, architetti diffidenti e politici che si svegliano all’ultimo per poter fare l’inaugurazione è stato un percorso ad ostacoli, realizzato solo in piccola parte.

Per questo progetto grafico è stato contattato, dallo Studio Vertigo, Mauro Zennaro per sviluppare un carattere da abbinare al progetto puntando inizialmente su un “non logo”, l’acronimo CAE su tasselli che ricordassero i colori della bandiera della pace e su un carattere che fosse riferito alla storia del commercio tra i popoli.

Mauro disegnò «Equa» (attualmente è ancora in versione ‘beta’) uno stencil adatto sia per un uso digitale che manuale con alcune particolarità tra le quali i “tagli” posti sempre in diagonale e non centrali, la ‘A’ maiuscola che “non poggia” e ha un terminale in alto insolito (come la ‘M’), i puntini che sono dei rombi, le minuscole con “l’occhio” piuttosto grande e le frecce “spezzate”; inoltre, per l’adattamento della scrittà sulle vetrate che sommortano l’edificio, e che di notte sono retroilluminate, con tutti i problemi di frequenza delle giunture, ha realizzato la “A” di CITTÀ in cui l’accento è integrato con la lettera.

Curiosi sono anche i “tagli” ai “becchi” della ‘C’, ‘G’ e al simbolo dell’euro ‘€’ che ne marcano la forma.

A mio parere ho dei dubbi sul disegno della ‘g’ minuscola con l’occhiello superiore troppo aperto che fa sembrare la lettera un ‘3’ rovesciato.

Alcuni manifesti per linaugurazione composti con “Equa”
Alcuni manifesti per l’inaugurazione composti con “Equa”

Questo carattere doveva funzionare sia su elementi segnaletici ed architettonici che su materiali promozionali (manifesti, pieghevoli, cartoline, ecc.), comunicando anche una certa allegria attraverso immagini e colori “materici” ma mantenendo centrale la funzione del testo.

Doveva anche essere offerto “gratuito” dal sito della CAE e servire per piccole autoproduzioni dei negozianti e addetti della “Città” (cosa che in parte è stata fatta).

Ma se già la situazione era difficile con la precedente giunta, con questa sembra probabile che tutto abbia una triste fine …

Links:

Vertigo

Scriptoria di Mauro Zennaro