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Piombi e rami alla Libreria Baroni di Lucca

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Sulla giostra dei piccoli editori d’arte: Piombi e rami alla Libreria Baroni di Lucca

Rassegna a cura di Nicola Dal Falco
L’occhio tipografico
sabato 21 marzo 2009 – ore 18
Il Buon Tempo presenta

La Passeggiata di Aldo Palazzeschi,

testo composto a mano con una selezione di caratteri tipografici italiani del Novecento e stampato a torchio presso la Tipoteca Italiana Fondazione di Cornuda.

e

Duccio pittore elettrodomestico, testi e xilografie di Valeria Brancaforte

testo e immagini incise nel linoleum e stampate a torchio in più colori.

Per la seconda volta a “Piombi e rami”, Lucio Passerini sceglie due libri esemplari, che rappresentano, però, un omaggio all’occhio e alla seduzione dell’impaginazione.

L’occhio tipografico coincide con quello artistico: nell’inventiva che seduce attraverso il rigore tecnico e nella composizione della pagina dove immagine e testo sono fusi in un’unica matrice.

La passeggiata di Palazzeschi è una poesia urbana, un elenco ritmato di titoli di giornale, di messaggi pubblicitari colti in strada da insegne e manifesti. Una sciarada di banalità che acquista però per semplice correlazione un tono al tempo stesso epico e lirico. Passerini la ha ricomposta, usando per ogni “messaggio” un tipo diverso di carattere tra quelli del Novecento, conservati nella Tipoteca italiana di Cornuda. L’edizione è stata stampata nella tipografia del museo trevigiano.

Il secondo libro, delle dimensioni di un album, nasce insieme a Valeria Brancaforte, una xilografa siciliana che oggi vive a Barcellona, capace di prendere alla lettera il significato greco del termine: scrivere sul legno, sposando per virtù di forme ed equilibri il segno e il disegno. Magicamente, ma non troppo, le parole hanno voce e le figure danzano senza fili. Duccio pittore elettrodomestico è un libro per bambini che abbiano già occhi e attenzioni da adulti o viceversa.

Un’ultima annotazione: i colori, usati come sciabolate, hanno, grazie al lavoro di sgorbia, una presenza e una lucentezza pari al bianco e nero.

Libreria Baroni, via San Paolino, 45 – 55100 Lucca, tel. 0583 583393

crisalbero@gmail.com

ndalfaco@cinquesensi.it

“Equa” la font di Mauro Zennaro per la CAE di Roma

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Proprio un paio di post fa trattavo di un carattere abbinato all’immagine istituzionale del Governo olandese, un gran lavoro per un committente storicamente consapevole e culturalmente attento alla comunicazione visiva ed ai suoi interpreti.

Però qui in Italia, purtroppo, è sempre molto mortificante il comportamento delle istituzioni a qualsiasi livello. Un ultimo esempio è il lavoro progettuale grafico di Mario Fois e Mario Rullo, dello Studio Vertigo di Roma, per la CAE – Città dell’Altra Economia promossa dal Comune di Roma.

La Città dell’Altra Economia è uno dei primi spazi in Europa interamente dedicato a quelle pratiche economiche che si caratterizzano per l’utilizzo di processi a basso impatto ambientale, che garantiscono un’equa distribuzione del valore, che non perseguono il profitto e la crescita a ogni costo e che mettono al centro le persone e l’ambiente. 3.500 metri quadri di esposizione, vendita, eventi e incontri nel cuore di Roma, all’interno dell’antico Mattatoio di Testaccio, appositamente restaurato secondo principi di bioarchitettura. La Città nasce come luogo di promozione di tutta l’altra economia romana, offrendo a tutte le imprese del settore spazi espositivi, luoghi di incontro, formazione, ricerca e sviluppo.

Tale lavoro ha avuto un percorso tormentato fin dall’inizio, nonostante i loro sforzi di coinvolgere tutti i protagonisti del progetto nel percorso progettuale. Ma tra responsabili del Comune “spariti” in corso d’opera, architetti diffidenti e politici che si svegliano all’ultimo per poter fare l’inaugurazione è stato un percorso ad ostacoli, realizzato solo in piccola parte.

Per questo progetto grafico è stato contattato, dallo Studio Vertigo, Mauro Zennaro per sviluppare un carattere da abbinare al progetto puntando inizialmente su un “non logo”, l’acronimo CAE su tasselli che ricordassero i colori della bandiera della pace e su un carattere che fosse riferito alla storia del commercio tra i popoli.

Mauro disegnò «Equa» (attualmente è ancora in versione ‘beta’) uno stencil adatto sia per un uso digitale che manuale con alcune particolarità tra le quali i “tagli” posti sempre in diagonale e non centrali, la ‘A’ maiuscola che “non poggia” e ha un terminale in alto insolito (come la ‘M’), i puntini che sono dei rombi, le minuscole con “l’occhio” piuttosto grande e le frecce “spezzate”; inoltre, per l’adattamento della scrittà sulle vetrate che sommortano l’edificio, e che di notte sono retroilluminate, con tutti i problemi di frequenza delle giunture, ha realizzato la “A” di CITTÀ in cui l’accento è integrato con la lettera.

Curiosi sono anche i “tagli” ai “becchi” della ‘C’, ‘G’ e al simbolo dell’euro ‘€’ che ne marcano la forma.

A mio parere ho dei dubbi sul disegno della ‘g’ minuscola con l’occhiello superiore troppo aperto che fa sembrare la lettera un ‘3’ rovesciato.

Alcuni manifesti per linaugurazione composti con “Equa”
Alcuni manifesti per l’inaugurazione composti con “Equa”

Questo carattere doveva funzionare sia su elementi segnaletici ed architettonici che su materiali promozionali (manifesti, pieghevoli, cartoline, ecc.), comunicando anche una certa allegria attraverso immagini e colori “materici” ma mantenendo centrale la funzione del testo.

Doveva anche essere offerto “gratuito” dal sito della CAE e servire per piccole autoproduzioni dei negozianti e addetti della “Città” (cosa che in parte è stata fatta).

Ma se già la situazione era difficile con la precedente giunta, con questa sembra probabile che tutto abbia una triste fine …

Links:

Vertigo

Scriptoria di Mauro Zennaro


L’alfabeto segnico marittimo a bandiere

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Le bandiere per la segnalazione marittima sono diversissime per forma e colore. Le navi ne dispiegano un gran numero in segno di saluto e di accoglienza, il cosiddetto “gran pavese”.
La bandiera identifica e segnala i natanti da millenni e i naviganti di tutti i tempi hanno sempre avvertito la necessità di adottare dei metodi che rendessero possibile comunicare, almeno a distanza visiva, tra le imbarcazioni, al fine di scambiarsi quei messaggi urgenti che consentissero una maggiore sicurezza in mare.
I primi tentativi per codificare tali metodi di segnalazione, si ebbero verso la fine del XVII secolo per merito delle Marine militari che, più di quelle mercantili, ne avvertivano la necessità e l’urgenza.
Si svilupparono, così, vari codici di segnalazione, comprensibili solo dalle navi appartenenti alla stessa marina; con il trascorrere del tempo e con lo sviluppo dei traffici mercantili navali, si avvertì la necessità di realizzare un codice internazionale comprensibile da tutti, indipendentemente dalla diversità del linguaggio nazionale.
Alla fine dell’Ottocento si ebbero i primi codici internazionali che, con l’evolversi della tecnologia, si adeguarono alle mutate esigenze della navigazione marittima.
Il Codice Internazionale dei Segnali prevede un complesso di quaranta bandiere, ventisei delle quali individuano le lettere dell’alfabeto internazionale, dieci individuano i numeri dallo zero al nove, tre sono bandiere ripetitrici per le lettere doppie e una, detta intelligenza, rappresenta la bandiera distintiva del Codice Internazionale dei Segnali.
Le quaranta bandiere sono confezionate con stoffa di cinque colori diversi: bianca, azzurra, rossa, gialla e nera, a strisce orizzontali, verticali od oblique, in modo da formare combinazioni di colori e configurazioni facilmente distinguibili.
Sebbene sia possibile utilizzare le bandiere per comporre delle vere e proprie frasi (utilizzando eventualmente le bandiere ripetitrici al poste delle lettere che si ripetono) il loro uso è praticamente limitato a segnalazioni in codice di una o due lettere inoltre questo sistema è unicamente utilizzabile di giorno con buona visibilità.
Il messaggio trasmesso viene letto osservando sia la posizione delle braccia dell’emittente, sia la forma e il colore delle bandierine da lui azionate.

Per le bandiere da segnalazione sono state adottate quattro tipologie:
1) la bandiera di forma rettangolare;
2) il gagliardetto, vale a dire una bandiera che ha il ventame, ossia il lato opposto a quello d’inferitura, a due punte;
3) il pennello, che ha una forma triangolare molto allungata e con il vertice mozzato;
4) il guidone che ha la forma di un triangolo isoscele o equilatero.

Delle 26 bandiere che individuano le lettere dell’alfabeto, le prime due sono gagliardetti, le altre 24 sono bandiere di forma rettangolare; i numeri e il distintivo del codice internazionale dei segnali sono pennelli, mentre le tre bandiere ripetitrici sono guidoni.
Ogni lettera dell’alfabeto, ha anche un suono fonetico ad essa attribuito dall’I.C.A.O. (International Civil Aviation Organisation); tale codice, inizialmente caratteristico della navigazione aerea, è stato adottato anche per la navigazione marittima.
Alcune bandiere possono essere issate isolatamente acquisendo particolari significati quali richieste di soccorso, indicazioni di manovre particolari, segnalazioni dell’insorgenza a bordo di un particolare pericolo, ecc..; altre, se issate sulla randa delle imbarcazioni a vela da regata, individuano lo stato d’appartenenza; altre ancora, se issate isolatamente nel corso di una regata, indicano l’insorgere di problemi.
Esiste una font TrueType™ denominata MarineFlags di non facile utilizzo in quanto per costruire la bandiera bisogna abbinare due glifi da colorare e crenare.

Scritto da Giò

marzo 31st, 2008 at 7:40