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Archivio del tag ‘grafica editoriale’

TypeDesign4: “Mela+Tipo” e “Mela+tondo” di Daniela Verona

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L’undicesimo progetto di type design presentato in questo blog tra i lavori degli studenti del Corso di Alta formazione in Type Design della quarta edizione svolta nel 2009 presso il Consorzio Poli.design di Milano sotto la direzione di Giancarlo Iliprandi e docenti: James Clough, Giangiorgio Fuga, Michele Patané, Andrea Bracaloni e Luciano Perondi. Ospiti: Claudio Rocha e Veronika Burian è il carattere progettato da Daniela Verona di Roma sviluppato in due variabili: “Mela+Tipo” e “Mela+tondo”.

L’obiettivo proposto era la progettazione di un carattere o un sistema tipografico relativo ad una vecchia interfaccia analogica. L’oggetto scelto da Daniela è stato la tastiera dell’iMac Bondi del 1998, famoso per l’ampia scelta cromatica con cui personalizzare il computer ed i suoi accessori. E per questo oggetto ha voluto dare una “anima” anche ai tasti con un nuovo carattere in due variabili.
Il peso del carattere è chiaro (light) perché Daniela analizzando le tastiere esistenti ha notato che il segno sottile risulta più leggibile, soprattutto in caso di retroilluminazione.
I tratti sono mono spessore perché inizialmente Daniela aveva pensato ad un carattere fresato che, essendo inciso da una punta metallica, comportava alcune limitazioni.
Gli elementi caratterizzanti di ogni glifo sono diventati quindi l’assenza di contrasto tra le aste e la matrice rotonda del tracciato.
Queste caratteristiche lo rendono adatto anche ad altri metodi di stampa, come la serigrafia … e perché no, la tipografia.
Il disegno dei glifi è molto aperto con l’occhio medio (x-heigth) molto grande, rispetto alle ascendenti e discendenti, questa font si può adattare anche alla scrittura di testi e titoli.
La rotondità del disegno dei glifi riprende la forma morbida del computer rendendo meno formale, ma sempre leggibile, tutto l’alfabeto. Questo legame è ancora più forte quando la Q diventa l’inconfondibile simbolo dell’accensione.

La prima versione, denominata “Mela+Tipo”, ha come radice della sua denominazione in un chiaro richiamo al linguaggio di tutti gli utilizzatori del mondo Mac, che per indicare la maggior parte delle scorciatoie da tastiera utilizzano, nominandolo, il tasto “mela”.

La seconda versione, alternativa, il “Mela+tondo” è stata disegnata come personalizzazione possibile con caratteri più espressivi e meno formali. Come posso avere iMac di colori differenti, perché non pensare a tastiere personalizzate?

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“UPPERcase – l’universo delle Font” a Parma

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Il famoso Museo Bodoniano come luogo ideale per attrarre chi comunica grazie alle font

Aldo Manuzio, Francesco Griffo, Giambattista Bodoni, Aldo Novarese e Alberto Tallone …

… cos’hanno in comune tra loro?

Come si può ottimizzare l’uso delle font digitali e sfruttarle al meglio per ogni esigenza? Innanzitutto occorre conoscerne la provenienza e la storia che hanno alle spalle, per poi individuare le sfide che ci vengono poste oggi giorno e, di conseguenza, le soluzioni da trovare. Con grande entusiasmo e per nome di TechnoSolutions, distributore software per l’Italia, abbiamo combinato le soluzioni di alcuni dei maggiori partner mondiali di software di prestampa come Extensis, Objectif Lune, Enfocus e FontFont per offrirvi quest’occasione informativa da non perdere, un pomeriggio di approfondimento dedicato all’universo delle font.

L’evento (con partecipazione gratuita) si terrà
Giovedì, 15 Aprile 2010
A partire dalle ore 15.00
Al Museo Bodoniano, Parma

Gli interessati possono ottenere maggiori informazioni ed il programma tramite Typevents Italy, contattando Simone Angelica Wolf via eMail: ciao@typevents.com o telefonicamente 0522 1978 165.

Il programma:
15.00 Benvenuto
Nella sala di lettura della biblioteca Palatina
Andrea De Pasquale, Direttore Biblioteca Palatina e Museo Bodoniano

15.15 Micro & mega: il piccolo e il grande in tipografia
Il progetto e la produzione dei caratteri da Bodoni alle font digitali: aspetti storici e opportunità del presente.
Fabrizio Rossi, Studio Ikona, Roma

15.30 Affinità di caratteri
Imparare a conoscere meglio le font digitali per poterle scegliere consapevolmente.
Claudia Damiani, Studio Ikona, Roma

15.50 Acquisto e personalizzazione delle Font
I modelli di licenza offerti da librerie professionali, che garantiscono la qualità dell’ambiente lavorativo. Perché la personalizzazione delle Font è un lavoro per professionisti.
Simone Wolf, Typevents Italy, Reggio Emilia

16.10 Come ottimizzare la gestione delle font all’interno di un flusso di lavoro automatizzato
Esempi concreti di come, grazie alle nuove tecnologie, sia possibile evitare gli errori di stampa più comuni dovuti alle font, migliorare la produttività automatizzando i processi ripetitivi e personalizzando il lavoro finale (1-to-1).
Vainer Gilioli e Luca Marongiu, Technosolutions, Reggio Emilia

16.30 La gestione centralizzata delle font raccontata da chi la usa con successo.
Il perchè della scelta Extensis, live demo del font management UTS (Universal Type Server).
Carlo Anselmi, Interpublic, Milano

16.50 Visita del famoso Museo Bodoniano

17.30 Rinfresco e l’occasione di scambiare idee con professionisti e relatori

18.15 Chiusura dell’evento e distribuzione dei regali personalizzati per i partecipanti

TypeDesign4: il “Gilda Typewriter” di Sonia Mion *

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Con il “Gilda Typewriter” di Sonia Mion siamo arrivati al decimo progetto di type design presentato in questo blog tra i lavori degli studenti del Corso di Alta formazione in Type Design della quarta edizione svolta nel 2009 presso il Consorzio Poli.design di Milano sotto la direzione di Giancarlo Iliprandi e docenti: James Clough, Giangiorgio Fuga, Michele Patané, Andrea Bracaloni e Luciano Perondi. Ospiti: Claudio Rocha e Veronika Burian.

Il tema dei lavori di questo corso verteva sulla progettazione di un alfabeto per un’interfaccia analogica. Tali interfacce, dove il partecipante al corso poteva scegliere, sono state: 1. Macchine per scrivere 2. RID, ovvero segnali a messaggio variabile 3. Tastiere per computer 4. Orologi analogici 5. Cruscotti 6. Normografi 7. Calcolatrici o altre macchine meccaniche.

Il lavoro di Sonia Mion si è quindi basato su una rivisitazione di carattere monospaziato per dattilografia producendo una font molto leggibile e gradevole con una x-height molto grande senza perdere in eleganza. Come scrive Sonia nella sua presentazione: “ Furono loro, le giovani o meno giovani segretarie di azienda, le dattilografe, le operose elaboratrici di dati ai primi apparati di schedatura meccanica, le protagoniste e destinatarie più o meno consapevoli del cinema alla moda dei telefoni rosa, il pubblico ideale dei romanzi per signorine, ma anche le esponenti di una nuova generazione di lavoratrici alla scrivania.”

Come irritare i type design: IKEA ora usa il Verdana …

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L’IKEA nel suo nuovo catalogo ha cambiato la font utilizzata, infatti dopo molti anni con l’uso del Futura e del Century Schoolbook, è passata al Verdana, font disegnata da Matthew Carter per la Microsoft Corporation per Internet e multimedia data la sua alta leggibilità video.

Ma proprio per il suo disegno, questa font non è assolutamente indicata per la grafica editoriale e per la corporate identity, come purtroppo avviene anche con l’Arial.

I Type Designer ed i grafici di tutto il mondo stanno rispondendo negativamente a questa folle scelta facendo varie petizioni affinché l’IKEA torni all’antico o perlomeno utilizzi una font corretta all’uso.

In una intervista comparsa sulla rivista svizzera CAP&DESIGN, l’IKEA giustifica la sua scelta verso il Verdana in quanto ritiene questa font sia utilizzata in tutti i paesi, compresi gli asiatici. Volendo anche dare la loro stessa immagine visualizzata nel loro sito web anche in tutta l’immagine aziendale.
Dite la vostra!

Type Video: 3 video di Mario García su molte testate giornalistiche internazionali

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Nel primo video Mario García spiega l’importanza della leggibilità e della buona impaginazione per un quotidiano illustrando vari tipi di giornali americani e europei come il Folha de São Paulo (Brasile), DeMorgen (Germania), La Tribune (Francia), Paris Match (Francia), The Hindu (India), The Wall Street Journal (USA), The Miami Herald (USA), Die Zeit (Germania), Salzburger Nachrichten (Austria), e tante altre testate.

Il secondo video è didattico prodotto da Pegie Stark Adam e presentato da Mario García sulle basi tipografiche e tipometriche. Come dice Mario: «La mia speranza è che i principianti nelle aule di tutto il mondo saranno in grado di prendere questa lezione semplice e aggiornare le proprie conoscenze sulle basi tipografiche, o imparare il motivo per cui la struttura di ogni lettera è importante quando effettuano le scelte delle fonts».

Mario ha iniziato la sua carriera di insegnante come un professore di giornalismo e consulente di pubblicazioni presso la sua alma mater, Miami-Dade Community College. Da lì è diventato un professore di arti grafiche presso la Syracuse University’s Newhouse School of Public Communications (1976-1985), e la University of South Florida (1985-1991). Inoltre, egli è stato un Distinguished Professor presso l’Università di Navarra, Spagna, nonché un docente presso le università in 14 paesi in tutta Europa e in America Latina.

Nel terzo, e ultimo video, Mario García illustra il lavoro che viene eseguito presso il suo CVI – Center of Visual Impact nella progettazione di riviste e quotidiani.

Testo in portoghese

Scritto da Giò

ottobre 7th, 2008 at 4:29

Testi e caratteri per il video

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Oltre per la grafica editoriale e paraeditoriale l’importanza della scelta dei corpi incide anche sulla lettura a schermo che è più faticosa e la fatica aumenta quando i caratteri sono molto piccoli.

Per esigenze d’impaginazione si tende spesso ad impostare con i fogli di stile caratteri molto piccoli, a 8-10 pixel (per le grandezze non si parlerà più di corpi ma di pixel), specie quando il layout grafico prevede la disposizione dei contenuti su tre o quattro colonne.

Impostazioni di questo genere non sarebbero di per sé discriminanti se non ci fossero alcuni ostacoli critici. Il primo ostacolo è che molti utenti non conoscono adeguatamente le funzionalità del proprio browser e probabilmente non sanno che possono sfruttare lo zoom per ingrandire o rimpicciolire il testo. Fin qui è sufficiente un minimo d’informazione.

La maggior parte dei browser permette di modificare la dimensione dei caratteri, in caso di necessità con comandi facilmente accessibili nella barra dei menu. Le impostazioni di Internet Explorer®, permettono questo controllo in modo più restrittivo e meno elastico rispetto ad altri browser.

La maggiore difficoltà della lettura a monitor (circa il 25% più lenta che su carta) data dalla minor risoluzione rispetto alla carta, dell’emissione luminosa dei video (più affaticante della carta) e dell’innaturale posizione nella quale ci si trova ad affrontare l’atto della lettura su monitor, ha posto a designer e progettisti la necessità di trovare dei modi che potessero bilanciare queste difficoltà.

Il primo risultato è stato quello di preferire caratteri senza grazie, il secondo nella nascita degli screen-font atti a sfruttare al meglio la tecnologia a pixel. Già il sistema operativo Macintosh utilizzava da tempo per i messaggi di sistema un font lineare particolare, il «Chicago», dall’aspetto tozzo e lineare, con poche linee oblique, facile da leggere anche a risoluzioni piuttosto basse.

Esempi di font video, studiati unicamente per questo utilizzo come internet e multimedia e pertanto fortemente sconsigliati nella stampa tradizionale tipografica sono il «Verdana» (1994), il «Tahoma» (2000) e il romano «Georgia» (2000) disegnati dal type-designer Matthew Carter il quale, basandosi su lunghi studi ed esperimenti, ha identificato alcuni parametri che gli hanno consentito di progettare i cosiddetti screen-font per Microsoft. Altro screen-font molto utilizzato nel web design è il «Trebuchet» un lineare umanista progettato dal fotografo & type designer Vincent Connare nel 1996, il quale tra il 1999 e il 2000 progetta il «Magpie» un corsivo che nella forma corsiva ricorda molto i primi corsivi tipografici di tipo calligrafico sempre per l’utilizzo multimediale.

Anche «Arial», già citato in un precedente post di questo mese sulla sua somiglianza e confusione con l’Helvetica, progettato nel 1982 da Robin Nicholas e Patricia Saunders per la Monotype Design Staff come font di sistema operativo per la Microsoft si può considerare come carattere per video e non come, molto erroneamente utilizzato, per la tipografia e per l’immagine coordinata.