Typography – Tipografia – Tipográfia – Typographie – Typografie – Typografi – Τυπογραφία

Archivio del tag ‘Internet’

Come irritare i type design: IKEA ora usa il Verdana …

con 6 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie

L’IKEA nel suo nuovo catalogo ha cambiato la font utilizzata, infatti dopo molti anni con l’uso del Futura e del Century Schoolbook, è passata al Verdana, font disegnata da Matthew Carter per la Microsoft Corporation per Internet e multimedia data la sua alta leggibilità video.

Ma proprio per il suo disegno, questa font non è assolutamente indicata per la grafica editoriale e per la corporate identity, come purtroppo avviene anche con l’Arial.

I Type Designer ed i grafici di tutto il mondo stanno rispondendo negativamente a questa folle scelta facendo varie petizioni affinché l’IKEA torni all’antico o perlomeno utilizzi una font corretta all’uso.

In una intervista comparsa sulla rivista svizzera CAP&DESIGN, l’IKEA giustifica la sua scelta verso il Verdana in quanto ritiene questa font sia utilizzata in tutti i paesi, compresi gli asiatici. Volendo anche dare la loro stessa immagine visualizzata nel loro sito web anche in tutta l’immagine aziendale.
Dite la vostra!

Sfoglia le pubblicazioni online

con solo un commento - leggilo e lascia anche il tuo, grazie

Girovagando su internet ho trovato questo sito interessante: www.issuu.com.

Una sorta di “YouTube” per le riviste, le pubblicazioni, per così dire, che consente di visualizzare molti stampati in modo interattivo. Qui si può sfogliare liberamente, si può caricare i propri stampati (anche relativamente di grandi dimensioni di peso), che verranno poi visualizzate da Flash così da condividerli con altri lettori.

Subito sono andato a cercare pubblicazioni riguardanti la “Typography”, “Fonts” e inizialmente trovavo poco. Poi mi sono accorto che, in alto a destra della pagina web, era impostato su l’italiano e cambiando in english ho trovato di tutto, da riviste a specimen a libri …


Buona ricerca!

Testo in portoghese

Testi e caratteri per il video

con 2 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie

Oltre per la grafica editoriale e paraeditoriale l’importanza della scelta dei corpi incide anche sulla lettura a schermo che è più faticosa e la fatica aumenta quando i caratteri sono molto piccoli.

Per esigenze d’impaginazione si tende spesso ad impostare con i fogli di stile caratteri molto piccoli, a 8-10 pixel (per le grandezze non si parlerà più di corpi ma di pixel), specie quando il layout grafico prevede la disposizione dei contenuti su tre o quattro colonne.

Impostazioni di questo genere non sarebbero di per sé discriminanti se non ci fossero alcuni ostacoli critici. Il primo ostacolo è che molti utenti non conoscono adeguatamente le funzionalità del proprio browser e probabilmente non sanno che possono sfruttare lo zoom per ingrandire o rimpicciolire il testo. Fin qui è sufficiente un minimo d’informazione.

La maggior parte dei browser permette di modificare la dimensione dei caratteri, in caso di necessità con comandi facilmente accessibili nella barra dei menu. Le impostazioni di Internet Explorer®, permettono questo controllo in modo più restrittivo e meno elastico rispetto ad altri browser.

La maggiore difficoltà della lettura a monitor (circa il 25% più lenta che su carta) data dalla minor risoluzione rispetto alla carta, dell’emissione luminosa dei video (più affaticante della carta) e dell’innaturale posizione nella quale ci si trova ad affrontare l’atto della lettura su monitor, ha posto a designer e progettisti la necessità di trovare dei modi che potessero bilanciare queste difficoltà.

Il primo risultato è stato quello di preferire caratteri senza grazie, il secondo nella nascita degli screen-font atti a sfruttare al meglio la tecnologia a pixel. Già il sistema operativo Macintosh utilizzava da tempo per i messaggi di sistema un font lineare particolare, il «Chicago», dall’aspetto tozzo e lineare, con poche linee oblique, facile da leggere anche a risoluzioni piuttosto basse.

Esempi di font video, studiati unicamente per questo utilizzo come internet e multimedia e pertanto fortemente sconsigliati nella stampa tradizionale tipografica sono il «Verdana» (1994), il «Tahoma» (2000) e il romano «Georgia» (2000) disegnati dal type-designer Matthew Carter il quale, basandosi su lunghi studi ed esperimenti, ha identificato alcuni parametri che gli hanno consentito di progettare i cosiddetti screen-font per Microsoft. Altro screen-font molto utilizzato nel web design è il «Trebuchet» un lineare umanista progettato dal fotografo & type designer Vincent Connare nel 1996, il quale tra il 1999 e il 2000 progetta il «Magpie» un corsivo che nella forma corsiva ricorda molto i primi corsivi tipografici di tipo calligrafico sempre per l’utilizzo multimediale.

Anche «Arial», già citato in un precedente post di questo mese sulla sua somiglianza e confusione con l’Helvetica, progettato nel 1982 da Robin Nicholas e Patricia Saunders per la Monotype Design Staff come font di sistema operativo per la Microsoft si può considerare come carattere per video e non come, molto erroneamente utilizzato, per la tipografia e per l’immagine coordinata.