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Nasce TIPOITALIA la rivista della Tipografia italiana

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Dopo lunga gestazione è finalmente in uscita TIPOITALIA la rivista della Tipografia italiana.

Curata da Claudio Rocha type designer brasiliano, ma attualmente residente in Italia, e Simone Wolf di Typevents Italia, la rivista vuole stimolare un nuovo Rinascimento della cultura tipografica italiana che da alcuni anni, grazie alla conferenza ATypI a Roma del 2002 con la prima mostra di Italic 1.0 e successivamente con altre iniziative fino ad arrivare alla seconda edizione di Italic 2.0, ha risvegliato l’interesse verso questa “arte” nata proprio nel nostro Paese alla fine del xv secolo.

Claudio Rocha, ricco della sua esperienza nella co-direzione della rivista brasiliana Tupigrafia, ha voluto far nascere anche in Italia un importante strumento di comunicazione sulla tipografia.
Nella rivista saranno illustrati aspetti storici del lettering, dell’editoria e della tipografia italiana, ed anche analisi di caratteri italiani contemporanei e saggi fotografici.
La rivista è bilingue (italiano e inglese) e il primo numero si è avvalso dei preziosi contributi di esperti della materia come James Clough, Giada Coppi, Sandro Berra, Piero De Macchi e Giangiorgio Fuga.

Vi aspetto tutti alla presentazione ufficiale che si terrà mercoledì 28 gennaio 2008 presso lo IED di Milano, via Sciesa 4 alle ore 18:30

Testo in portoghese

Consigli per gli acquisti di libri sulla tipografia

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In questo periodo natalizio vi consiglio l’acquisto di alcuni testi che trattano i temi della Tipografia, del Type Design, della Calligrafia e del Lettering, sia dal punto di vista tecnico, sia da quello storico.

Tali libri potrete trovarli online sulla Libreria Aiap come per esempio “Italic 2.0” ed altri in lingua italiana.

Per i libri in inglese vi consiglio Amazon (troverete qui sotto ben 50 titoli selezionati per voi) e l’olandese Nijhof & Lee, specializzata nel settore.

Peccato, non siamo in Olanda!

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Come parte della nuova “brand identity” del governo olandese, Peter Verheul ha progettato un carattere tipografico istituzionale denominato «Rijksoverheid Sans & Serif» per tutte le forme di comunicazione visiva. Questo è il risultato di un nuovo modo in cui il governo olandese vuole posizionarsi nella società. Attualmente ci sono oltre 200 dipartimenti e ministeri, che utilizzano diversi tipi di logotipi e di “brand identity” tra i quali quello progettato dallo Studio Dumbar che aveva vinto il concorso indetto alla fine del 2007.

Proprio lo Studio Dumbar ha chiesto, all’inizio del 2008, a Peter Verheul di progettare un nuovo carattere da abbinare alla immagine coordinata governativa partendo dal suo carattere tipografico «Versa» e trasformarlo in caratteri utilizzabili per un pubblico più vasto. Egli ha cambiato l’aspetto della versione del «Versa Serif» e ha creato una nuova serie di lettere per la versione Sans. I caratteri sono stati chiamati «Rijksoverheid Serif» e «Rijksoverheid Sans» e saranno utilizzato in ogni aspetto della comunicazione visiva governativa. Il «Rijksoverheid Sans» sarà utilizzato principalmente per le rubriche di testo e nella segnaletica o per i sistemi di “wayfinding”. Il «Rijksoverheid Serif» sarà invece utilizzato come carattere per i testi da lettura. In poco meno di nove mesi Peter Verheul è riuscito a finalizzare il font e rilasciare in quattro diverse varianti (Regular, Italic, Bold e Bold Italic).

Durante il tempo della creazione Peter Verheul non ha avuto molto tempo per scattare le foto dello stato di avanzamento del lavoro (come ha detto nel suo discorso di introduzione), ma ha conservato un notebook pieno di disegni e appunti sulla creazione e progettazione dei caratteri. Dopo aver terminato la digitalizzazione ha donato alla Bijzondere Collecties, un importante collezione olandese di lavori grafici, tipografici-artisti, il libretto, le prime stampe e tutto ciò che è legato nella creazione del carattere tipografico «Rijksoverheid».

Tutta la storia della nascita e il motivo per cui la creazione di caratteri Rijksoverheid è reperibile nell’ottimo libro «Letterrijk» scritto da Mathieu Lommen, e pubblicato dagli editori De Buitenkant.

Altre informazioni sono reperibili nel sito Designworkplan, e per l’acquisto del libro «Letterrijk» vi consiglio uno dei tanti rivenditori di libri olandesi AB (€15 + €4 di spese spedizione).

Testo in portoghese

Buon 90° compleanno Hermann! – 8 novembre 2008

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Questo è un anno di compleanni speciali, dopo gli 80 di Adrian Frutiger e di Wim Crouwel, oggi 8 novembre Hermann Zapf, il più prolifico disegnatore di caratteri vivente, compie 90 anni.

Nato a Norimberga l’8 novembre 1918 è sposato con la calligrafa e disegnatrice di caratteri Gudrun Zapf-von Hesse vive a Darmstadt in Germania. Ha imparato la calligrafia da autodidatta guardando i libri di Rudolf Kock e Edward Johnston. Egli ha avuto una illustre carriera nella progettazione dei caratteri e degli artefatti tipografici che si estende per oltre cinquanta anni rimanendo un tradizionalista ma anche un innovatore moderno allo stesso tempo.

Hermann Zapf è riconosciuto come uno dei leader mondiali del type designer e della tipografia, dopo aver progettato numerosi caratteri romani, greci e arabi soffrendo però le ferite della lama a doppio taglio della venerazione, visto che i suoi caratteri, che includono i tipi «Palatino» ed «Optima», sono stati oltre che i più ammirati anche i più imitati. L’esempio più noto è il «Book Antiqua», distribuito con Microsoft Office™ che è considerato un vero proprio plagio del suo «Palatino». Proprio per questo, nel 1993 egli rassegnò le dimissioni dall’ATypI (Association Typographique Internationale) per quella che considerava un atteggiamento ipocrita sulla copiatura non autorizzata da parte dei membri dell’ATypI.

Oltre ai già citati «Palatino» e «Optima» Zapf ha disegnato altri famosi caratteri tra i quali ricordo «Melior», «Virtuosa», «Aldus» e «Kompakt» creati all’inizio della sua carriera. Questi sono stati progettati principalmente per la Linotype. Poiché suoi disegni sono stati e sono tuttora, una componente essenziale di ogni ben pianificata offerta tipografica, i concorrenti della Linotype hanno prodotto dei cloni virtuali di caratteri tipografici di Zapf per i propri clienti. Dopo aver visto cosa accadeva in quel periodo, Zapf ha concluso che non era né intelligente né proficuo continuare una carriera di progettazione di caratteri che poi gli altri ti plagiamo, pertanto nella metà degli anni ‘60 smette la progettazione commerciale.

Passò più di un decennio prima che progettò un nuovo carattere tipografico in occasione della fondazione della ITC (International Typeface Corporation) nel 1971 da parte di Aaron Burns che convinse Zapf della filosofia aziendale basata sul principio che avrebbe acquisito le licenza dei disegni tipografici su una base di non esclusività in modo da creare un semplice rapporto d’affari senza restrizioni tra le parti.
Il rapporto con ITC continua, con la progettazione dei «ITC Zapf International» nel 1976 e «ITC Zapf Chancery» nel 1978. Sempre del 1976 è il «ITC Zapf Book» una miscela di «Melior», «Bodoni» e «Walbaum» per fare un carattere da testo al quale sono stati aggiunti più tardi caratteri swash caratteri per la visualizzazione. Nel 1977 Zapf, Burns e Herb Lubalin fondano una società denominata Design Processing International a New York per sviluppare software tipografici per computer. Dopo la morte di Lubalin nel 1981, la società diventa Zapf, Burns & Company. Con la morte di Burns nel 1991, che era stato responsabile della commercializzazione, si scioglie la società in quanto Zapf non voleva gestire una società americana dalla Germania e non voleva vivere a New York. Iniziò, invece, a sviluppare, in collaborazione con una società tedesca di software, un programma di typesetting chiamato “Hz-program” ma tale società fallì nella metà degli anni ’90 e il progetto si fermò.

Un carattere tipografico che potrebbe superare la popolarità della sua prima terna di «Optima», «Palatino» e «Melior» si è sviluppato in un progetto per sostenere ancora un altro software. Nei primi anni ’90 Zapf sviluppa un carattere tipografico “corsivo dritto” chiamato «AMS-Euler» per l’American Mathematical Society. Si è trattato di un progetto di collaborazione con la Stanford University con l’assistenza del professore Donald Knuth e un giovane studente, David Siegel, che ha convertito i disegni di Zapf in caratteri digitali utilizzando il METAFONT. Questo carattere cerca di emulare lo stile della calligrafia di un matematico che scriva entità matematiche sulla lavagna, che è dritto, piuttosto che inclinato. Nel 1992 Siegel scrive a Zapf, spiegando la sua idea di replicare grafia in una font. Per rendere la font calligrafica la più realistica possibile, ha spiegato, le lettere e la loro variabili alternative cambiano contestualmente e variano anche con l’altezza dalla linea di base, come con la normale scrittura a mano. Tutto ciò sarebbe stato realizzato con un nuovo software in via di sviluppo. Zapf era incuriosito da l’idea, ma ha anche avuto seri dubbi sul risultato. La risposta a quest’ultima preoccupazione di Zapf è stata la prima digitalizzazione di un piccolo pezzo di calligrafia contenuto in un sketchbook che Zapf aveva conservato mentre era militare. La stessa calligrafia era stata il modello per il «Virtuosa Script», che era stato punzonato e fuso in caratteri di piombo nel 1948. Sapendo che la progettazione del Virtuosa era stata compromessa a causa delle restrizioni che davano i caratteri in metallo convinse Zapf che « … forse questo nuovo software potrebbe consentire di effettuare in un font praticabile la calligrafia … ». Ha progettato pertanto centinaia di caratteri basati sulla calligrafia, compresi molti modelli alternativi per la maggior parte delle lettere e una massiccia serie di swash e legature. Però il processo di digitalizzazione e di implementazione della font da eseguire si era rivelato proibitivo in termini di tempo e tutto fu sospeso fino al 1997 quando Zapf portò i suoi disegni e le prime digitalizzazioni di Siegel alla Linotype.

Hermann Zapf e la Linotype si misero daccordo di produrre quattro alfabeti calligrafici eliminando alcune lettere e sostituendole con delle nuove. Così naque il suo carattere calligrafico «Zapfino», che diviso in quattro font PostScript fu originariamente rilasciato nel 1998 e ridisegnato nel 2003 per sfruttare le nuove potenzialità offerte dal formato digitale delle font OpenType™, questo è stato uno straordinario successo in tutto il mondo. Anche se la risultante font OpenType™, «Zapfino Extra», ha notevolmente più glifi comprese molte legature e variabili della stessa lettera, con questa tecnologia è più semplice l’utilizzo che permette di rendere più veritieri i caratteri calligrafici digitalizzati. Convertire il disegno originale in un font OpenType™ è stato un compito monumentale, ma Zapf, in collaborazione con la Linotype design sotto la direzione di Akira Kobayashi ci riuscì con un tour de force.

Hermann Zapf è stato fatto Honorary Designer for Industry dalla Royal Society of Arts e ha vinto innumerevoli premi. Egli è un membro onorario di oltre venti-quattro associazioni in tutto il mondo ed è anche Presidente onorario della Fondazione Edward Johnston.

I caratteri di Hermann Zapf sono in vendita presso la Linotype. (immagini per gentile concessione di Linotype)

Ecco l’elenco dei caratteri digitalizzati disegnati da Hermann Zapf:

«Aldus» (1954), «Aldus Nova» (2005), «Aurelia» (1983), «Comenius Antiqua BQ» (1976), «Edison» (1978), «AMS-Euler» (1971), «Kompakt» (1954), «Marconi» (1976), «Medici Script» (1971), «Melior» (1952), «Noris Script» (1976), «Optima» (1958), «Optima nova» (2002), «Orion» (1974), «Palatino» (1950), «Palatino nova» (2005), «Palatino Sans» (2006), «Saphir» (1953), «Sistina» (1950), «Vario» (1982), «Venture» (1969), «Linotype Zapf Essentials» (2002), «Zapfino» (1998), «Zapfino Extra (2003), «ITC Zapf Chancery» (1979), «ITC Zapf International» (1976), «ITC Zapf Book» (1976), «Zapf Renaissance Antiqua» (1984–1987), «ITC Zapf Dingbats» (1978).

Tupigrafia: la rivista brasiliana di tipografia

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Tupigrafia 1 - Meirelles: un cacciatore di lettere
Tupigrafia 1 – Meirelles: un cacciatore di lettere

La rivista Tupigrafia, diretta da Claudio Rocha e Tony de Marco, si dedica a mostrare la produzione brasiliana del design tipografico e le sue manifestazioni nel disegno grafico e nella cultura in generale.

Essa si propone anche di portare, tramite i suoi lettori, informazioni legate allo scenario internazionale. Altra area di interesse è la produzione di arte calligrafica in Brasile e all’estero.

Il progetto grafico da forma al contenuto editoriale. In esso è sentito l’ordine e la qualifica dei lavori che mostrano la produzione culturale di una nazione. Precisa stabilire rapidamente un parametro della produzione editoriale e grafica brasiliana, mostrando e analizzando lavori di artisti brasiliani. La comparazione con la produzione internazionale aiuta anche a formare un giudizio critico. L’uso adeguato del ricorso tipografico è indispensabile per garantire la espressività dei pezzi grafici e portare il lettore alla corretta identificazione e assimilazione dei contenuti di una opera editoriale.

Il designer è visto qui come un produttore culturale, non è completo se non sviluppa come approfondire le sue conoscenze tipografiche. L’uso del computer nella grafica capacitò il designer a produrre e interferire nella progettazione delle pagine stampate con maggior libertà. È necessario garantire una qualità della sua formazione perché sia capacitato a tradurre visivamente la cultura brasiliana.

Prima dell’utilizzo del computer nella grafica, il blocco di testo restava condizionato e finiva per condizionare il designer utilizzatore a una relazione meccanica con minima possibilità di interferenza. I designer smisero di essere semplici utenti della tipografia. Passarono a appropriarsi liberamente di questo codice. La pagina digitalizzata non si presenta più come una forma statica, ma come qualcosa che vive con le innumerevoli e nuove risorse. Esso, pertanto, è il nuovo scenario con le concezioni e tendenze più differenti, provanti la forza di questo mercato e il riconoscimento della tipografia come risorsa essenziale del linguaggio grafico.

Il design tipografico porta un repertorio ampio, una dimensione estetica potente ed espressiva, oltre la relativa funzione primordiale come veicolo del contenuto. Non solo interessa i fruitori del processo grafico e editoriale ma il lettore anche comune, sensibile alle risorse visive che valorizzano e organizzano una pagina del libro, un manifesto o un cartello di segnaletica.

http://www.tupigrafia.com.br

Tupigrafica 6 - Pagine che trattano il type design italiano basandosi sui lavori presenti in Italic 1.0
Tupigrafia 6 – Pagine che trattano il type design italiano basandosi sui lavori presenti in Italic 1.0
Tupigrafia 7 - Font: ITC Roswell, di Jim Parkinson, 1998 e Electra, di William Dwiggins, 1935
Tupigrafia 7 – Font: ITC Roswell, di Jim Parkinson, 1998 e Electra, di William Dwiggins, 1935

Testo in portoghese