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La storia del cirillico

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Nel 863 Constantino il Filosofo (detto Cirillo) e suo fratello Metodio crearono un alfabeto destinato ad essere usato dagli slavi, esso venne chiamato glagolitico (“glagolitza”) e fu diffuso fino alla fine dell’undicesimo secolo.
L’alfabeto “glagolitico” non aveva niente a che fare con gli alfabeti già esistenti, era singolare e piuttosto complicato. Dal 863 in poi, per due secoli e mezzo (dalla metà del IX secolo alla fine del XI) tutti i manoscritti della letteratura bulgara antica furono scritti in “glagolitico”.
Contemporaneamente all’alfabeto “glagolitico”, sin dalla seconda metà del IX secolo, si sviluppò anche un alfabeto di grafia più semplice che rimase nella storia con il nome “kirilitza”; una gran parte degli studiosi suppone che la “kirilitza” fosse stata creata da uno degli allievi di Cirillo e Metodio, San Clemente d’Ocrida (Sveti Kliment Ohridski).
Questo alfabeto fu chiamato dal popolo “kirilitza” in onore di S. Cirillo e diede l’origine al cirillico moderno. Esso infatti è molto più semplice della “glagolitza” e una parte delle sue lettere deriva dall’alfabeto greco e latino. A poco a poco, a partire dal X secolo, la “kirilitza” cominciò a sostituire la “glagolitza”. La maggior parte delle iscrizioni che risalgono a quell’epoca sono in “kirilitza”, con essa si scriveva più facilmente su pietra e metallo.
L’introduzione della “kirilitza” non sottovalutò in nessun modo la grande opera di Cirillo e Metodio: anzi, senza la loro “glagolitza” non sarebbe esistito l’alfabeto cirillico. Durante il Medioevo il popolo bulgaro visse con l’idea che Cirillo e Metodio avessero creato l’alfabeto cirillico. Cirillo, Metodio e i loro discepoli Clemente (Kliment), Naum, Anghelarij, Gorazd, tradussero in lingua bulgara antica tutti i testi sacri e le agiografie. Infine, grazie a Cirillo e Metodio fu per la prima volta possibile nella storia della Chiesa l’introduzione della messa in una lingua diversa dal latino, ebreo e greco (le “tre lingue sacre”).
Un secolo dopo la creazione dell’alfabeto cirillico e dell’introduzione di esso in Bulgaria, alla fine del X secolo, missionari bulgari portarono in Russia libri bulgari e vi diffusero l’alfabeto cirillico. La Russia infatti introdusse l’alfabeto cirillico e si convertì al cristianesimo ortodosso un secolo dopo la Bulgaria, alla fine del X secolo.

La Ґ, minuscolo ґ, chiamata Ghe o Ghe con rialzo, è una lettera dellalfabeto cirillico che riproduce il suono della consonante occlusiva velare sonora IPA /g/, ovvero la g dura italiana.
La Ґ, minuscolo ґ, chiamata Ghe o Ghe con rialzo, è una lettera dell’alfabeto cirillico che riproduce il suono della consonante occlusiva velare sonora IPA /g/, ovvero la g dura italiana.

Attualmente l’alfabeto cirillico è utilizzato per scrivere varie lingue slave (il bielorusso, il bosniaco, il bulgaro, il macedone, il russo, il ruteno, il serbo e l’ucraino) e lingue non slave parlate in territori appartenenti all’ex Unione Sovietica e nell’odierna Federazione russa.