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Buchstabenmuseum — il museo delle lettere di Berlino

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Nel centro di Berlino, nei pressi della celeberrima Alexanderplatz in Karl-Liebknecht-Straße 13 nel Berlin Carré, ha sede il Museo delle Lettere e dei Caratteri Tipografici (Buchstabenmuseum).

Non è un “classico” Museo tipografico dove trovare caratteri, macchinari per le varie tipologie di stampa, ecc. ma un luogo dove si conservano e si documentano le “lettere” senza distinzione di cultura, lingua e dei sistemi di carattere in tutte le rappresentazioni possibili: da quelle tridimensionali utilizzate per le insegne o frammenti di scritte, a quelle tatuate; da quelle riprodotte in forma di pasta o biscotti a quelle fatte con i mattoncini Lego. Ogni materiale (che sia industriale o artigianale), ogni supporto, ogni condizione (nuove, rovinate o distorte) ed ogni forma sono buone bastano che siano “lettere”.
Le lettere sono gli elementi di base di tutte le tradizioni di semiotica testuale e della comunicazione scritta.

Come conseguenza della crescente omogeneizzazione della qualità del paesaggio urbano le lettere progettate e i segnali stanno scomparendo dallo spazio pubblico. A causa della scomparsa delle aziende tradizionali e dell’affermazione dei brand globali, caratteri regionali e storici si estinguono e scompaiono.

Il Museo delle Lettere – fondato nel 2005 da Barbara Dechant e Anja Schulze – lavora sia come una “recycling” company che come un archivio. Il Museo colleziona oggetti che semioticamente siano testimonianza significante dell’ABC, di significati indipendentemente dal materiale in cui sono state realizzate, della diversità delle funzioni e della varietà estetica.
Il Museo è organizzato in modo da esporre i propri materiali in modo non convenzionale, per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla tipografia oltre che sulla collezione stessa.

Barbara Dechant ama e raccoglie lettere da molti anni e la sua collezione privata è divenuta sempre più grande non solo nella quantità ma anche nelle grandezze. Quando ha conosciuto la sua collega Anja Schulze hanno unito le loro due inclinazioni. Anja ha sempre voluto gestire un’impresa culturale e sua è stata l’idea di fare un Museo. Ecco perché tutte le lettere piccole e grandi hanno ora una casa accogliente.
Il loro obiettivo è ottenere lettere provenienti da tutto il mondo, per esempio dall’Asia dove queste tipologie di lforme sono così straordinariamente belle.
Recentemente hanno contattato per l’Italia l’Aiap dove i soci, in accordo con le curatrici del Museo, possono contribuire alla collezione inviando testimonianze della storia tipografica italiana.

Info Buchstabenmuseum, il Museo delle Lettere di Berlino.

Testo in portoghese

GFT Lespresso Sans: un anno dopo

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Proprio un anno fa usciva il primo numero della rivista “L’espresso” che nel nuovo restyling prevedeva l’utilizzo di una nuova font per le titolazioni progettata per loro: il GFT Lespresso Sans.

Di tale font sono state progettate due variabili di peso, ad uso per la rivista, il bold e il regular in questo ordine perché il committente voleva principalmente tale variabile che poi ha utilizzato per la maggior parte delle titolazioni, titoletti, occhielli, ecc.

Al momento la variabile regular è stata utilizzata per l’allegato “Uomo L’espresso” non trovando ancora impiego nella rivista stessa dove starebbe meglio di altre font utilizzate.

Il GFT Lespresso Sans è un carattere lineare condensato che presenta una particolarità molto utile in fase di composizione “tutta maiuscola” dove viene applicata la sterlineatura (diminuzione dell’interlinea) evitando così le sovrapposizioni nei titoli. Sono gli accorgimenti come gli accenti e segni d’interpunzione “corti”; i primi presenti in alcune maiuscole accentate alternative, i secondi come la virgola e il punto e virgola; e per ultima la “coda corta” applicata ad una ‘Q’ alternativa.

Vari schizzi pre-digitalizzazione – Maiuscole accentate, segni dinterpunzione corti e lettere Q con la coda corta per ovviare ai problemi di sovrapposizione nei testi sterlineati.
Vari schizzi pre-digitalizzazione – Maiuscole accentate, segni d’interpunzione corti e lettere “Q” con la coda corta per ovviare ai problemi di sovrapposizione nei testi sterlineati.

Attualmente è in fase di digitalizzazione finale una font Bold Expert di tale carattere contenente il maiuscoletto e tutte le maiuscole con gli accenti corti (in attesa successivamente della produzione in formato OpenType); ed è in fase di disegno una nuova variabile SemiBold. L’intera famiglia sarà, finalmente, messa in commercio insieme a buona parte della Libreria della GFT prossimamente … ma di ciò ve ne parlerò in un prossimo post.

Potete intanto vedere le immagini del processo progettuale che ha portato al GFT Lespresso Sans visitando il set fotografico nel mio spazio su Flickr.

Testo in portoghese

Tipografia popular brazileira

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In Brasile vengono progettate diverse font partendo dal ridisegno di lettere pitturate a mano in occasioni di manifesti e striscioni fieristici, lettering d’insegne, menu calligrafici dei bar, ecc. Una visione del quotidiano che ti sta intorno nelle vie, sui muri, nelle vetrine dei piccoli negozi.
Tali lettere sono riportate in una griglia fissa per studiarne le proporzioni per poi progettare le lettere mancanti, i numeri, gli accenti, i simboli ed i segni d’interpunzione. Le font presenti in questo post sono state poi prodotte dalla fonderia digitale Tipos Populares do Brasil.

Nel carattere Responsa (2004, market price font) di Pedro Moura viene mostrata la quantità delle possibilità della tipografia popolare brasiliana facendo risaltare le pseudo grazie delle lettere B, P e R

Esempio con lutilizzo del Responsa
Esempio con l’utilizzo del Responsa

Nel carattere Tetéla (2004, connected script) disegnato da Pedro Moura partendo da dei minuscoli corsivi della tipografia popolare brasiliana viene sviluppata una forma armonica tra le lettere fatte da diversi artisti.

Una corretta regolazione del kerning di questa font rende possibile una legatura continua fra tutte le lettere dell’alfabeto, poiché così erano state dipinte nella realtà. Inoltre, il disegno delle maiuscole sono molto elaborati, risultando come font adatta alle titolazioni.

Esempio di utilizzo del Tetéla
Esempio di utilizzo del Tetéla


Il Tetra, sempre di Pedro Moura, è invece una adattazione di un carattere usato per un cartello prezzi di una macelleria in una via di São Paulo. La sua forma inregolare e la sua prospettiva storta gli conferisce un aspetto urbano e decompresso.


Per il font Caprichoza, Pedro Moura è partito da una targa presente in una casa di Niterói, di fronte al tradizionale bar Barroquinho, e il suo disegno si mostrò tanto elaborato che propiziò la costruzione quasi completa del carattere partendo dall’originale fotografico. La costruzione tipografica, ugualmente inregolare in alcuni tratti, segue una logica ben definita, data dal movimento della penellata curvilinea dell’artista in uno stile decorativo che ricorda l’Art Nouveau, talvolta adattato alla locale realtà tropicale. Furono fatte 27 lettere dell’alfabeto latino più il sistema completo di lettere accentate.

Ultimo carattere di Pedro Moura è il Marvada, questa font fa parte del gruppo “rústicas” dei caratteri della Tipografia popolare. Essa è una riproduzione diretta di diverse targhe per gli annunci prodotti da persone con alfabetizzazione precaria. La sua proposta è fare un abbordaggio semantico della realtà del grado d’istruzione del popolo brasiliano, e che si caratterizza come una font sperimentale. Questa caratteristica si riproduce nella costruzione dei caratteri e nella logica di ordinamento dell’archivio digitale: tutti i glifi sono disegnati come altezza della maiuscola e mantengono tutti gli errori di ortografia e di disegno errato come per esempio la “S” invertita o la “W” sostituita per la “I”, o la “Ç” sostituita per la “ss” e la “J” e la “R” minuscole. Allo stesso tempo, se l’utilizzatore del font vuole scrivere correttamente, può utilizzare la versione come minuscolo, quindi senza il tasto Shift, per scrivere senza errori.

La font 1 Rial fu sviluppata nel 2006 da Fátima Finizola partendo dall’0sservazione dei caratteri vernacolari utilizzati nelle targhe delle vie nella città di Recife. Partendo da l’essenza del disegno originale, alcune lettere furono ritoccate e le lettere mancanti furono disegnate basandosi su quelle presenti. La font è marcata per gli angoli retti e tratti rustici e grossolani, mostrando gli atrezzi utilizzati dal letterista per disegnarle e dipingerle.

Thereza è una font xilografica prodotta dal designer brasiliano Fernando Rocha.
La sua tipografia digitale si basa sulla stampa xilografica e sulla letteratura dello “spago”: «La font fu fatta come progetto della Faculdade (PUC-Rio) e l’obiettivo della ricerca era stato le lezioni d’incisione. L’idea del progetto era di produrre una font basandosi selle tecniche d’incisione; la font Thereza fu una di queste soluzioni. Il nome della font venne dedicato a Thereza Miranda che fu una pioniera della fotoincisione in Brasile e una deli incisori più importanti. Gli studenti del PUC furono entusiasti per questa scelta mentre per la Facoltà appariva assurdo perché non presentava al meglio il tema del corso …»
L’alfabeto fu intagliato nel legno lettera per lettera, digitalizzato e corretto in Adobe illustrator, infine importato su Fontlab per l’implementazione finale come font.

By Pedro Moura: Teteia (2004, connected script), Responsa (2004, market price font), Caprichoza (2004, handprinted display face), Marvada (2004), Treta (2004, handprinted outline face), Faceira (2005, another connected script). Treta excepted, inspiration for these fonts came from the streets of Rio de Janeiro.
By Fernando Rocha, Rio de Janeiro: Thereza Miranda.
By Buggy, Recife: Cordel.
By Gustavo Lassala, Sao Paulo: Adrenalina (no longer free).
By Fernando PJ, Salvador: Bonoco 2.0, Suburbana.
By Fatima Finizola, Recife: 1Rial.

Lettere ricamate: un manuale francese

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Un po’ di anni fa, presso un rigattiere parigino, cercando libri e cataloghi tipografici, ho trovato un interessante manuale di disegno per lettere ricamate della seconda metà del ‘800: “Manuel de Dessins pour Broderies” edito dalla N.Alexander e c. editeurs piccola casa editrice parigina specializzata in ricami, … pizzi e vecchi merletti.

Questo, come gli altri libretti del genere, erano indirizzati all’educazione delle fanciulle dove il ricamo e principalmente il punto croce e il punto “de broderie” erano fondamentali come l’educazione domestica. Quindi manuali non solo per caratteri tipografici o compendi di bella scrittura (molto in voga fino alla II Guerra mondiale) ma anche per il ricamo.

Alcuni esempi di lettere ornate per ricamo

Le lettere presenti su questo manuale sono tutte di tipo Ornato – Fregiforme (come le classifica Aldo Novarese nella sua Classificazione Stilistica). Da questa tipologia di caratteri si possono ricavare forme interessanti per caratteri tipografici, basti pensare al disegno delle lettere con ricamo a punto croce che si possono tradurre in caratteri bitmap in una griglia.

Alcune pagine con esempi di lettere ornate
Alcune pagine con esempi di lettere ornate

Testo in portoghese