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Regole compositive 2: bandiera allineata a sinistra o a destra

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Differenti sono i metodi d’allineamento di un testo: blocchetto o giustificato, ad epigrafe o centrato, a bandiera (allineata a sinistra o a destra) e sagomato; ciascuno di essi ha delle precise regole da rispettare sia come composizione, sia nell’utilizzo.

La composizione a bandiera permette di mantenere invariati gli spazi tra le lettere e tra le parole.
Per una corretta lettura bisogna in questo tipo di composizione bisogna utilizzare le regole del riporto a capo delle nuove frasi, degli articoli, preposizioni semplici e articolate, congiunzioni anche se fisicamente ci starebbero nella giustezza massima consentita.

Ci sono due forme di questo tipo di composizione: ad allineamento a sinistra e a destra.

La prima dona al testo un andamento sensibile e naturale infatti, è il tipo di composizione utilizzato nelle poesie. Essa si presta molto bene ad un taglio semantico della frase. La tipografia partecipa pienamente a materializzare l’aspetto didattico dell’informazione da trasmettere.
Per l’allineamento a destra, invece, l’utilizzo può essere accettato solamente in caso di simmetrie impaginative, ma la difficoltà per l’occhio di ritrovare l’inizio di linea della riga di testo seguente è ovviamente grande e quindi è consigliabile non eccedere. Si può utilizzare nelle didascalie
delle fotografie, quando queste sono numerose in una pagina, per comprendere senza ambiguità a quale si riferiscono.

Italy Type Design: Umberto Fenocchio

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Professionista disegnatore, grafico, calligrafo, progettista di caratteri, Umberto Fenocchio si diploma all’Istituto Periti Industriali Grafici di Torino.

Frequenta il Corso di Scienze e Arti Grafiche della Stampa al Politecnico di Torino. Ha lavorato con Aldo Novarese e Pietro De Macchi alla Nebiolo di Torino.

Direttore artistico responsabile dell’ufficio progetti Fonderia Tipografica Cooperativa di Peschiera Borromeo, Milano, dal ‘64 al ‘94.

È stato docente di tipologia e uso dei caratteri e degli stili, e di calligrafia presso l’Istituto Statale Isia di Urbino dal ‘74 al ’96, e docente di lettere e progettista di grafica presso la Scuola Politecnica di Design di Milano dal ‘69 al ‘98. Dal ‘96 insegna calligrafia e lettering alla Naba al corso di laurea di design grafico.

È iscritto dal ‘78 all’album docenti insegnanti nel campo della stampa del politecnico di Torino. Attualmente si occupa di calligrafia.

Specimen del Sigla

Specimen del Sigla
Campionario del Linea

Campionario del Linea

Ha in attivo più di 50 progetti di nuovi caratteri latini, arabi, e ebraici immessi nel mercato grafico per la composizione tipografica ed elettronica. Tra i più conosciuti: «Linea» (1966-69), «Sigla», «Calligrafia» (1986), «Armonia» (1986), «Brio» (1986), «Grafico» (1965).

Specimen dellArmonia
Specimen dell’Armonia
Specimen del Brio
Specimen del Brio
(la fotografia di Umberto Fenocchio è concessa da Penningtron)

Ear: ci vuole orecchio!

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Inizio questa nuova categoria Tipometria con un post sulla Type Anatomy importante per chi è interessato al Type Design, sia come studente, sia come progettista.

Il primo elemento che viene analizzato è l’orecchio “ear” presente nei caratteri tipografici nella g minuscola e viene chiamato così nella r ,nella a e nella f sempre minuscole da molti type designer. In rari casi anche in altre lettere come la c minuscola. Questo è un elemento decorativo che spunta nella parte superiore destra dell’occhiello superiore della g o come terminale dei ganci ad uncino (altro termine che analizzeremo in un prossimo post) della r, della a e della f.

Simile ad una grazia, l’orecchio può essere molto distintivo a seconda dello stile del carattere. Gli orecchi tipografici più utilizzati e legati storicamente al disegno del carattere sono:

– a bandiera, tratto rettilineo orizzontale più o meno piccolo presente nelle lettere rinascimentali e in molti transizionali (Garamond, Jenson, Times) come pure in alcuni lineari di disegno umanistico (Gill Sans);

– a bottone, il terminale è ricurvo e arrotondato, è presente in moltissimi caratteri transizionali (Baskerville, Bookman, … );

– a goccia, il terminale, legato da un gancio, è molto pronunciato tondo o leggermente ovale, è presente nei caratteri neoclassici bodoniani (Bodoni, Didot, Walbaum) e in alcuni transizionali come il De Vinne o egiziani come il Clarendon;

– a becco o uncino, il terminale, legato da un gancio, si presenta molto squadrato. Rarissimamente viene utilizzato nel disegno della g minuscola mentre è più presente nella r e nella a.