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La tilde e la sua origine

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I copisti amanuensi del Medio Evo semplificavano il loro penoso lavoro abbreviando le parole e i nomi sostituendoli con determinati glifi. Per copiare più velocemente e per risparmiare inchiostri e pergamene che erano molto costose utilizzavano abbreviazioni e segni vari. Alcuni di questi glifi continuano ad essere utilizzati anche oggi.

Fu così che nacque, per esempio, la tilde (~), per sostituire una “m” o una “n” che nasalizzava la vocale anteriore. La tilde (parola derivante dal latino titulus) era una abbreviatura, una piccola “n a forma di onda” posizionata sopra la lettera.

Oggi, la tilde è un segno diacritico che serve per nasalizzare le vocali (in portoghese) e la “n” (nello spagnolo). Curiosamente, in Portogallo, nel dittongo “ão”, la tilde fu per molto tempo collocato sopra la “o” di seguito a volte sopra la “a”, a volte sopra la “o”. Le notizie più antiche sulla definizione di tilde è del XVI secolo nel testo «Gramática» di João de Barros.

Referenza e traduzione da: Cadernos de Tipografia, Nr. 2

Testo in portoghese