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La rivista Tipoitalia e il nuovo scenario tipografico in Italia: il video •

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Questo video è una sintesi di questa Palestra tipografica:

prossimamente!

Presso lo IED di São Paulo, in Brasile, si è tenuta, la sera del 5 agosto dello scorso anno davanti ad un numerosissimo pubblico (circa 500 persone iscritte), una conferenza di Claudio Rocha e Giangiorgio Fuga su “La rivista Tipoitalia e il nuovo scenario tipografico in Italia” dove oltre a presentare al pubblico paulistano la rivista sulla tipografia italiana Tipoitalia, nata sull’esperienza di Claudio nella rivista brasiliana Tupigrafia, è stato mostrato da Giangiorgio un ricco panorama sul type design contemporaneo in Italia: designer, tendenze, istruzione, problematiche per un confronto con le esperienze brasiliane che ha incuriosito il pubblico che poi ha dialogato con i relatori.

Testo in portoghese

L’Officina Tipografica São Paulo compie 5 anni

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Durante la mia visita didattica in Brasile ho avuto l’occasione di conoscere l’Oficina Tipográfica São Paulo del mio caro amico Claudio situata presso il Senai Bresser nel Barrio Móoca della gigantesca città di São Paulo.

Proprio il prossimo 22 agosto, sabato, l’Oficina Tipográfica São Paulo festeggerà l’anniversario dei 5 intensi anni di attività.

Nell’occasione sarà lanciato un album: “Alem da Letra” che esplora la plasticità e la materialità dei tipi in legno e di metallo, propondo una nuova leitura, nel quale il contenuto (idea) è subbordinato alla forma (lettere e ornamenti) e non il contrario, come si utilizza di solito.

Inaugurata nel 2004, la OTSP è oggi una organizzazione non governativa, dedicata all’insegnamento ed alla sperimentazione, combinando la tipografia classica con quella computerizzata.
Oltre ad offrire corsi di tipografia e grafica e sviluppare prodotti editoriali, la OTSP collabora con le sue attrezzature per la produzione di elaborati grafici con altre ONG offrendo anche la possibilità di fornire servizi agli studi e alle agenzie. L’OTSP, che è associata alla Escola Senai “Theobaldo De Nigris”, di São Paulo, dispone attualmente di 4 macchine da stampa, che fanno anche taglio e piegatura, 2 Linotype e oltre un centinaio di tipi di caratteri di metallo e di legno.

Nel secondo semestre 2009 sono previsti i seguenti corsi:

Composizione introduttoria;

– Poster tipografico;

– Tecniche di rilegatura per Designers.

Tali corsi prevedono la presentazione di strumenti tradizionali come: caratteri, cassetta dei tipo, misure tipografiche, composizione, bolandeira, i concetti e le tecniche di stampa tipografica, gli inchiostri, mezzi di comunicazione (carta e derivati), manuali tecnici di rilegatura e di finitura, e gli stampati sono prodotti con una stampante Minerva e Linotype.

A dirigere questa preziosa struttura sono Marcos Mello (Presidente) artista plastico e designer grafico e Cláudio Rocha (Vice-Presidente) designer grafico specializzato in tipografia già noto ai lettori del mio blog per essere co-editore della rivista brasiliana Tupigrafia e direttore dell’italiana Tipoitalia.

Per contatti diretti ed ulteriori informazioni: OTSP

Testo in portoghese

La rivista Tipoitalia e il nuovo scenario tipografico in Italia

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Presso lo IED di São Paulo, in Brasile, si terrà, la sera del 5 agosto, una conferenza di Claudio Rocha e Giangiorgio Fuga su “La rivista Tipoitalia e il nuovo scenario tipografico in Italia” dove oltre a presentare al pubblico paulistano la rivista sulla tipografia italiana nata sull’esperienza di Claudio nella rivista brasiliana Tupigrafia, verrà mostrato un ricco panorama sul type design contemporaneo in Italia: designer, tendenze, istruzione, problematiche per un confronto con le esperienze brasiliane.

Testo in portoghese

Dingbats Brasil: una mostra in giro per il mondo

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Tra i dingbats più famosi cè lo storico Zapf Dingbats di Hermann Zapf
Tra i dingbats più famosi c’è lo storico Zapf Dingbats di Hermann Zapf

Un Dingbat è un ornamento.

Si ritiene che il termine sia nato nelle ex officine tipografiche Dingbats come un onomatopea tra il suono del battito Ding e quando (si batte) nel fogliame ornamentale insieme, prima della entintamento, al fine di colmare alcuni vuoti che creano disagio accanto aa un testo o ad una illustrazione.

Nel suo libro “Elementi di stile tipografico”, il canadese Robert Bringhurst (la traduzione per l’edizione italiana è Lucio Passerini) osserva che « …molti sono i Dingbats pittogrammi, come minuscole rappresentazioni delle chiese, degli aerei, degli sciatori, dei telefoni e in molti altri utilizzati dal settore turistico.

Altri sono somboli più astratti – marchi di riempimento, croci, simboli cartografici, simboli delle carte da gioco, e così via… ».  Come elemento tipografico, il Dingbat ha accompagnato gli alfabeti, è integrato sia con un insieme di caratteri di base, sia in modo indipendente. Con i progressi tecnologici verificatisi dal 1980, vi è stata la graduale proliferazione di alfabeti digitali esclusivamente composti di simboli, di forme e di illustrazioni.

La mostra DINGBATS BRASIL (1996-2006), attualmente esposta in Cina e che spero di riuscire a portare in Italia, è un taglio della produzione brasiliana di Dingbats dal 1996 al 2006, con opere che hanno in comune l’uso del disegno o modello di rappresentazione pittorica, come il principale strumento di comunicazione. Se da un lato vi è una vasta gamma di linguaggi e di stili – che riflette la diversità delle grafica contemporanea brasiliana, mentre si trovano parallelismi nella produzione di altri paesi – il tema di molti dei progetti presentati in ambito culturale esprimono la natura di portata regionale e nazionale. Questi aiuti per il salvataggio o registrare gli aspetti della loro cultura – musica, religione, arte, sport, cucina e design – può essere visto come un mezzo, consapevolmente o meno, di democratizzare la loro brasiliarità attraverso il design grafico.

Tra i tanti lavori che potrete vedere sul sito ufficiale della mostra, vi mostro qui alcuni lavori interessanti o curiosi tra i quali quelli dei miei amici Claudio Rocha e Tony De Marco.

Nel 1997, Claudio Rocha tipografo e co-editore delle rivista Tupigrafia e TipoItalia ha fatto la sua PICTOFONTE 1, una raccolta di corporate Dingbats-ma-non-tanto. Nello stesso anno, il multitalentoso Guto Lacaz – stimolato da Claudio stesso – ha iniziato la trasformazione di un decennio di sue immagini (per la colonna del giornalista Joyce Pascovitch nel quotidiano “Folha de São Paulo”) nel PICTOFONT.
Le immagini di Lacaz sono state utilizzate per le magliette, per gli intagli di metallo e nel suo libro di illustrazioni Desculpe a letra.. Quattro anni più tardi, l’altra mente dietro Tupigrafia, l’illustratore e tipografo di Sao Paulo della fonthouse Just-in-Tipo Tony de Marco, ha fatto lo stesso realizzando le illustrazioni vettoriali per il quotidiano, trasformandoli in REX Dingbats.
Un importante aspetto culturale brasiliano è trattato nella fonte MASCARA Orisha (2003), di Lais de Carvalho e Rafo Castro. L’elegante serie di facce ha un indelebile unità e la sensibilità – che è del tutto appropriata, poiché non vi è Brasile senza l’arte africana, dove è nata la tradizione della maschera, che è riconosciuta per la sua forma ed estetica.

Un video sulla “Tipografia em Belém” di Fernanda Martins

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Un interessantissimo video fotografico di studio sulla “Tipografia em Belém” fatto da Fernanda Martins, type e graphic designer brasiliana direttrice dell’ADG Brasil – l’associazione dei disegnatori grafici brasiliani e membro dell’ATypI. Lei lasciò São Paulo per vivere a Bélem, capitale dello stato del Pará, nell’Amazzonia.

Questo tipo di tipografia, che è meglio definire come lettering, è presente in tutti gli stati del Brasile. Lei ci mostra esempi dei pichação (writing) dello stato del Pará ed esempi della “tipografia popular” con i lavori dei letristas da rua (come ho già scritto in un precedente post). Nella parte finale Fernanda mostra immagini della “Oficina de desenho tipográfico”, che utilizzo questa ricerca sulla tipografia a Belém.

Potete vedere il blog di Fernanda Martins per conoscere altri aspetti della grafica brasiliana.

Testo in portoghese

Tipografia popular brazileira

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In Brasile vengono progettate diverse font partendo dal ridisegno di lettere pitturate a mano in occasioni di manifesti e striscioni fieristici, lettering d’insegne, menu calligrafici dei bar, ecc. Una visione del quotidiano che ti sta intorno nelle vie, sui muri, nelle vetrine dei piccoli negozi.
Tali lettere sono riportate in una griglia fissa per studiarne le proporzioni per poi progettare le lettere mancanti, i numeri, gli accenti, i simboli ed i segni d’interpunzione. Le font presenti in questo post sono state poi prodotte dalla fonderia digitale Tipos Populares do Brasil.

Nel carattere Responsa (2004, market price font) di Pedro Moura viene mostrata la quantità delle possibilità della tipografia popolare brasiliana facendo risaltare le pseudo grazie delle lettere B, P e R

Esempio con lutilizzo del Responsa
Esempio con l’utilizzo del Responsa

Nel carattere Tetéla (2004, connected script) disegnato da Pedro Moura partendo da dei minuscoli corsivi della tipografia popolare brasiliana viene sviluppata una forma armonica tra le lettere fatte da diversi artisti.

Una corretta regolazione del kerning di questa font rende possibile una legatura continua fra tutte le lettere dell’alfabeto, poiché così erano state dipinte nella realtà. Inoltre, il disegno delle maiuscole sono molto elaborati, risultando come font adatta alle titolazioni.

Esempio di utilizzo del Tetéla
Esempio di utilizzo del Tetéla


Il Tetra, sempre di Pedro Moura, è invece una adattazione di un carattere usato per un cartello prezzi di una macelleria in una via di São Paulo. La sua forma inregolare e la sua prospettiva storta gli conferisce un aspetto urbano e decompresso.


Per il font Caprichoza, Pedro Moura è partito da una targa presente in una casa di Niterói, di fronte al tradizionale bar Barroquinho, e il suo disegno si mostrò tanto elaborato che propiziò la costruzione quasi completa del carattere partendo dall’originale fotografico. La costruzione tipografica, ugualmente inregolare in alcuni tratti, segue una logica ben definita, data dal movimento della penellata curvilinea dell’artista in uno stile decorativo che ricorda l’Art Nouveau, talvolta adattato alla locale realtà tropicale. Furono fatte 27 lettere dell’alfabeto latino più il sistema completo di lettere accentate.

Ultimo carattere di Pedro Moura è il Marvada, questa font fa parte del gruppo “rústicas” dei caratteri della Tipografia popolare. Essa è una riproduzione diretta di diverse targhe per gli annunci prodotti da persone con alfabetizzazione precaria. La sua proposta è fare un abbordaggio semantico della realtà del grado d’istruzione del popolo brasiliano, e che si caratterizza come una font sperimentale. Questa caratteristica si riproduce nella costruzione dei caratteri e nella logica di ordinamento dell’archivio digitale: tutti i glifi sono disegnati come altezza della maiuscola e mantengono tutti gli errori di ortografia e di disegno errato come per esempio la “S” invertita o la “W” sostituita per la “I”, o la “Ç” sostituita per la “ss” e la “J” e la “R” minuscole. Allo stesso tempo, se l’utilizzatore del font vuole scrivere correttamente, può utilizzare la versione come minuscolo, quindi senza il tasto Shift, per scrivere senza errori.

La font 1 Rial fu sviluppata nel 2006 da Fátima Finizola partendo dall’0sservazione dei caratteri vernacolari utilizzati nelle targhe delle vie nella città di Recife. Partendo da l’essenza del disegno originale, alcune lettere furono ritoccate e le lettere mancanti furono disegnate basandosi su quelle presenti. La font è marcata per gli angoli retti e tratti rustici e grossolani, mostrando gli atrezzi utilizzati dal letterista per disegnarle e dipingerle.

Thereza è una font xilografica prodotta dal designer brasiliano Fernando Rocha.
La sua tipografia digitale si basa sulla stampa xilografica e sulla letteratura dello “spago”: «La font fu fatta come progetto della Faculdade (PUC-Rio) e l’obiettivo della ricerca era stato le lezioni d’incisione. L’idea del progetto era di produrre una font basandosi selle tecniche d’incisione; la font Thereza fu una di queste soluzioni. Il nome della font venne dedicato a Thereza Miranda che fu una pioniera della fotoincisione in Brasile e una deli incisori più importanti. Gli studenti del PUC furono entusiasti per questa scelta mentre per la Facoltà appariva assurdo perché non presentava al meglio il tema del corso …»
L’alfabeto fu intagliato nel legno lettera per lettera, digitalizzato e corretto in Adobe illustrator, infine importato su Fontlab per l’implementazione finale come font.

By Pedro Moura: Teteia (2004, connected script), Responsa (2004, market price font), Caprichoza (2004, handprinted display face), Marvada (2004), Treta (2004, handprinted outline face), Faceira (2005, another connected script). Treta excepted, inspiration for these fonts came from the streets of Rio de Janeiro.
By Fernando Rocha, Rio de Janeiro: Thereza Miranda.
By Buggy, Recife: Cordel.
By Gustavo Lassala, Sao Paulo: Adrenalina (no longer free).
By Fernando PJ, Salvador: Bonoco 2.0, Suburbana.
By Fatima Finizola, Recife: 1Rial.