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TypeDesign4: il “Daimo for Kids” di Nicola Iannibello

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Un altro carattere progettato durante la quarta edizione Corso di Alta Formazione in Type Design svolto lo scorso anno tra settembre e ottobre presso il Consorzio Poli.design di Milano sotto la direzione di Giancarlo Iliprandi e docenti: James Clough, Giangiorgio Fuga, Michele Patané, Andrea Bracaloni e Luciano Perondi. Ospiti: Claudio Rocha e Veronika Burian.

“Daimo for Kids”, progettato da Nicola (Nicko) Iannibello nato a Taranto ma oramai trasferito a Milano, è una font in due variabili denominate “Etichetta” e “Punzone” disegnate basandosi sui caratteri utilizzati per i ‘vecchi’ modelli dell’etichettatrici manuali a nastro Dymo che producevano scritte a rilievo su nastri adesivi plastici colorati ora sostituiti da nastri in nylon flessibile o poliestere per trasferimento termico.

Ricordiamo che il tema dei lavori di questo corso verteva sulla progettazione di un alfabeto per un’interfaccia analogica. Tali interfacce, dove il partecipante al corso poteva scegliere, sono state: 1. Macchine per scrivere 2. RID, ovvero segnali a messaggio variabile 3. Tastiere per computer 4. Orologi analogici 5. Cruscotti 6. Normografi 7. Calcolatrici o altre macchine meccaniche.

Nelle prossime settimane saranno postati gli altri elaborati.

«Manuale Tipografico» di Giambattista Bodoni (1818)

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Per i bibliofili e gli amanti della tipografia ecco un secondo interessante testo: il «Manuale Tipografico» di Giambattista Bodoni nella ristampa postuma del 1818, pubblicata dalla vedova Margherita Dall’Aglio basandosi sulla prima del 1788 stampata dal grande tipografo, che come il  «Hypnerotomachia Poliphili» di Francesco Colonna, viene presentato dal sito americano Rare Book Room, costruito come un luogo educativo destinato a consentire al visitatore di esaminare e leggere alcuni dei grandi libri del mondo e dove è possibile sfogliare online l’intero libro, pagina per pagina, ingrandendo o riducendo il formato.

Nel «Manuale Tipografico» il Bodoni presenta più di 600 incisioni, 142 caratteri latini (con i corrispondenti corsivi), caratteri scritti ed esotici, mille ornamenti e vignette. Questi caratteri e decorazioni sono stati il culmine di più di quarant’anni di devozione di Bodoni all’arte tipografica, sia nella sua qualità di stampatore per il Duca di Parma, sia come stampatore privato. Ma il suo vero valore non risiede nel fatto di essere un libro meravigliosamente stampato e di grande rarità e nemmeno nell’essere il testamento del tipografo più importante della sua epoca ma nel avere al suo interno i primi caratteri moderni più evoluti, raffinati e rigorosi come quelli creati da John Baskerville, però non tanto rigidi e formali come quelli disegnati dal grande rivale francese Firmin Didot. Un altro degli aspetti più importanti di quest’opera monumentale è la sua integrità di stile, che costituisce un modello di coerenza estetica vigente tutt’oggi nella nostra epoca.

Nella sua prefazione al manuale, Bodoni espone i quattro principi o qualità che costituiscono la bellezza di una famiglia di caratteri tipografici.

La prima è l’uniformità o regolarità del disegno che consiste nel comprendere che molti dei caratteri in un alfabeto hanno elementi in comune che devono rimanere gli stessi precisi in ognuno di essi. Il secondo è l’eleganza unita alla nitidezza ovvero il giusto taglio e la rifinitura meticolosa dei punzoni che producono una matrice perfetta dalla quale ottenere caratteri nitidi e delicati. Il terzo principio è il buon gusto: il tipografo deve restare fedele ad una nitida semplicità e non dimenticarsi mai del suo “debito” con le migliori lettere scritte nel passato. La quarta ed ultima qualità afferma il Bodoni è l’incanto, una qualità difficile da definire, ma che è presente in quelle lettere che danno l’impressione di essere state scritte non con svogliatezza ne con rapidità, ma con somma calma come in un atto d’amore.

Questo volume è stato ristampato più volte come nell’edizione del 1965 di Franco Maria Ricci.

Una “S” a testa in giù

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Scritta nella facciata della chiesa di S. Stefano vicino a Gorizia (foto di James Clough)
Scritta nella facciata della chiesa di S. Stefano vicino a Gorizia (foto di James Clough)

Dopo l’esempio di bad typography che vi avevo mostrato in un recente post “mutande alla rovescia” un altro caso di lettere rovesciate da parte di chi le ha posizionate. La lettera vittima è sempre la “S” e in questo caso l’errore è ancora più grossolano perché affiancato ad una “S” posizionata correttamente.

La foto mi è stata passata da James Clough, sensibile come il sottoscritto, a questi errori compositivi.

Scritto da Giò

settembre 30th, 2008 at 12:00

I prossimi corsi di Calligrafia dell’Associazione Calligrafica Italiana – 2008

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Ordine di scrittura di alcune lettere onciali
Ordine di scrittura di alcune lettere onciali

Ecco un calendario dei corsi di calligrafia organizzati dall’ACI Associazione Calligrafica Italiana nei mesi di settembre e ottobre 2008 sia a Milano, sia in altre sedi. Tali mini corsi sono indirizzati sia ai principianti, sia a chi ha una conoscenza intermedia della materia. Per ulteriori informazioni, calendari completi, scaricare volantini e iscrizioni: ACI

Un precedente corso sullOnciale tenuto da Ivana Tubaro
Un precedente corso sull’Onciale tenuto da Ivana Tubaro

MILANO

I vuoti e i pieni della calligrafia con Anna Ronchi
sabato e domenica 27/28 settembre

Riconoscere e considerare il vuoto come elemento della composizione. Il vuoto aiuta a creare una struttura spaziale ed è ricco di significati e di espressività. Il vuoto crea tensione e rende dinamica la composizione.

livello intermedio / iscrizioni entro il 17 settembre
responsabile corso Anna Ronchi


La scrittura onciale con Ivana Tubaro
sabato 4 e sabato 11 ottobre

L’onciale, date le sue qualità di semplicità e di chiarezza è ai nostri giorni particolarmente adatta a chi si avvicina per la prima volta alla calligrafia e vuole impararne le tecniche di base. Durante il corso si partirà da esercizi adatti alla comprensione della struttura delle lettere e si arriverà alla scrittura con il pennino. Scopo del corso è incoraggiare la realizzazione di un piccolo lavoro definitivo; a partire da un breve testo se ne studierà l’impaginazione e l’esecuzione finale.

per principianti / iscrizioni entro il 24 settembre 2008
responsabile corso Ivana Tubaro

Legature Slegate 2 con Cristina Balbiano e Suzanne Schmollgruber
sabato 11 ottobre 2008

Una nuova serie di esemplari mutuati dai contesti più vari, dall’origami così come dalle arti del libro e dal cartonnage. Piegature, tagli e poca colla per realizzare altri insoliti modelli di libri, depliant e versatili custodie, con svariate tipologie di carte e materiali. Per partecipare non è necessario aver seguito il primo seminario. Adatto ad ogni livello.

per tutti / iscrizioni entro il 1° ottobre
responsabile corso Anna Schettin

Automatic pen, tracce e colori con Anna Ronchi
domenica 26 ottobre

Il segno ottenuto con l’automatic pen è affascinante per le dimensioni notevoli e per gli effetti di colore che si possono ottenere con tempere, acquerelli e tinte in flacone già pronte.

livello intermedio / iscrizioni entro il 15 ottobre
responsabile corso Anna Ronchi

Corsivo inglese con James Clough
venerdì, sabato e domenica 14/15/16 novembre

Nato nelle mani dei penmen inglesi del Settecento, il corsivo inglese fu il modello adoperato nelle scuole italiane ed europee dall’Ottocento fino ai primi decenni dello scorso secolo. Dopo un approccio rigoroso per imparare la tecnica di scrivere con il pennino a punta flessibile, scopriremo i piaceri del corsivo inglese, una scrittura che rimane ancora nella memoria storica degli italiani.

per tutti / iscrizioni entro il 5 novembre
responsabile corso James Clough



Timbri in gomma con Marco Campedelli

domenica 30 novembre

La gomma da cancellare può diventare un originalissimo timbro per la stampa a mano. Durante il corso si impareranno tecniche basilari di intaglio della gomma utili per incidere lettere iniziali, simboli, disegni o parole che verranno poi riprodotte su carta. Una tecnica semplice ma dal suggestivo effetto finale. Adatto a chiunque voglia sperimentare qualcosa di nuovo.

per tutti / iscrizioni entro il 19 novembre
responsabile corso Marco Campedelli



Visita alla Biblioteca Trivulziana con James Clough

venerdì 5 dicembre 2008

Questa sarà una rara opportunità per ammirare alcune delle più belle pagine scritte dagli amanuensi che hanno rivoluzionato la storia della calligrafia durante il Rinascimento italiano. Inoltre, esamineremo i libri stampati dai successori di Gutenberg, le opere dei grandi tipografi quali Jenson e Aldo Manuzio a Venezia fino al lavoro di Giambattista Bodoni a Parma.

per tutti / iscrizioni entro il 26 novembre
responsabile corso James Clough

VICENZA

La produzione dei colori tradizionali per l’arte della miniatura con Ivano Ziggiotti
venerdì, sabato e domenica 26/27/28 settembre 2008

I colori così vivi e splendenti delle miniature esercitano in noi una particolare attrazione. Il blu oltremare, l’azzurrite, il cinabro, la malachite, l’iris e lo spincervino, il guado e la reseda sono pronti a svelarvi tutto il loro mistero per trasformarsi sotto le vostre mani in splendide tonalità in forma di succhi, lacche e polveri arcobaleno.

per tutti / iscrizioni entro il 12 settembre
responsabile corso Ivano Ziggiotti

Introduzione alla Calligrafia con Marco Campedelli
domenica 12 ottobre

Giornata di introduzione all’arte della Calligrafia
Una giornata per conoscere l’affascinante mondo della Calligrafia. La storia della scrittura, la descrizione dei principali strumenti di scrittura, l’uso della doppia matita per imparare le regole base e i primi esercizi con il pennino a punta tronca, strumento principe per gran parte delle scritture proposte dal manuale di Calligrafia ACI. La giornata si pone l’obiettivo di avvicinare nuove persone interessate al mondo della Calligrafia e di riuscire a tracciare con pennino e inchiostro, i primi segni che stanno alla base della scrittura calligrafica (aste, curve, diagonali…)

per tutti / iscrizioni entro il 1° ottobre
responsabile corso Anna Schettin

La scrittura onciale con Anna Schettin
sabato e domenica 8/9 novembree

L’Onciale, scrittura che ha origine nel III secolo, ha forme caratterizzate da semplicità e chiarezza; per questo motivo è particolarmente adatta a coloro che desiderano affrontare per la prima volta l’uso del pennino a punta tronca. Nonostante ciò il corso è indicato anche a persone con esperienza calligrafica che vogliono approfondire questa scrittura.

per tutti / iscrizioni entro il 29 ottobre
responsabile corso Anna Schettin

BOLOGNA

Scrittura commerciale con il pennello con Barbara Calzolari
sabato e domenica 18/19 ottobre

Con questo corso impareremo a realizzare scritte a pennello. Allenarsi a fare belle linee che formano le varie parti delle lettere. L’unico modo per sviluppare la sensibilità dele linee armoniose è provare, allenarsi e allenarsi. Con una semplice tecnica divertente avremo familiarità con il pennello che ci aiuterà fare pratica più facilmente. Fare alcune belle lettere ci incoraggerà ad andare ancora avanti.

per chi conosce almeno una scrittura / iscrizioni entro l’8 ottobre
responsabile corso Barbara Calzolari

NAPOLI

La scrittura cancelleresca
Sabato e domenica 18 /19 ottobre

La cancelleresca è una scrittura corsiva nata nel rinascimento, la più tipicamente italiana, ma anche la più attuale e leggibile: non sono necessarie particolari abilità artistiche, si tratta solo di riscoprire la nostra capacità di scrivere imparando un ductus, cioè l’ordine dei tratti che compongono le lettere. Particolarmente versatile, questa scrittura è consigliata a chi si avvicina per la prima volta alla disciplina della calligrafia.

Per principianti / iscrizioni entro il 30 settembre 2008
responsabile corso Francesca Biasetton

MANTOVA

Introduzione alla Calligrafia con Marco Campedelli
domenica 21 settembre

Giornata di introduzione all’arte della Calligrafia
Una giornata per conoscere l’affascinante mondo della Calligrafia. La storia della scrittura, la descrizione dei principali strumenti di scrittura, l’uso della doppia matita per imparare le regole base e i primi esercizi con il pennino a punta tronca, strumento principe per gran parte delle scritture proposte dal manuale di Calligrafia ACI. La giornata si pone l’obiettivo di avvicinare nuove persone interessate al mondo della Calligrafia e di riuscire a tracciare con pennino e inchiostro, i primi segni che stanno alla base della scrittura calligrafica (aste, curve, diagonali…)

per tutti / iscrizioni entro il 10 settembre
responsabile corso Marco Campedelli

Legature orientali con Susanna Carugati
Sabato 26 ottobre

Un corso per imparare le cuciture orientali, in particolare quelle curate dal Maestro Kojiro Ikegami, come la legatura a quattro fori con le tre varianti (Kangxi, a foglia di canapa, a guscio di tartaruga), nonché la variante cinese per formati più stretti e alti. Si produrranno anche album, quaderni a fisarmonica da realizzare sia a fogli singoli che con un doppio strato di pagine, e altre tipologie senza cuciture.

per tutti / Iscrizioni entro il 15 ottobre 2008
Responsabile corso Anna Schettin

La “esselonga” non è un supermercato

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Fino ai primi anni dell’800 nelle parole scritte o stampate venivano utilizzate due tipi di esse minuscole. La prima era la “esse corta” o “esse rotonda” che è quella che utilizziamo attualmente, derivante dal disegno della S maiuscola del lapidario romano e che allora trovava utilizzo principalmente a fine parola; la seconda, chiamata “esselonga” che nel disegno assomiglia ad una ‘f’ senza il trattino orizzontale d’incrocio a destra, trovava utilizzo singolarmente o in legature in tutte le altre posizioni nelle parole.
In inglese la “esselonga” viene chiamata long, medial o descending s (ſ).
La “esselonga” deriva dalle forme amanuensi delle prime scritture corsive romane dove si utilizzavano solamente lettere maiuscole per arrivare, passando dal “semionciale”, alle forme uniformate della scrittura operata da Carlo Magno e la comparsa della “carolina” o “minuscola carolingia”.
Gli scritti in “minuscola carolingia” del nono secolo usavano soltanto la “esselonga”, ma nel “tardo carolingio” e nelle prime scritture del “Gotico”, dal dodicesimo secolo in poi, è stata adottata la consuetudine di utilizzare la “esselonga” all’inizio e nell’interno delle parole e la “esse corta” alla fine di parola.

Con l’avvento della stampa anche i primi prototipografi seguirono la consuetudine di utilizzo dei due tipi di esse nella forma gotica. Anche l’alfabeto greco usa due lettere per la sigma, corrispondente alla latina ‘s’, la normale ‘σ’ e la forma speciale ‘ς’ in finale di parola, cosa che potrebbe avere aiutato la creazione di forme speciali della ‘s’; infatti durante il Rinascimento una parte significativa della classe intellettuale europea aveva familiarità con il greco. Alcuni stampatori che hanno cominciato ad usare i caratteri influenzati dalle scritture umanistiche (Sweynheym e Pannartz a Subiaco nel 1465, per esempio ed Ulric Gering a Parigi nel 1470) hanno utilizzato i due tipi di “s“ in modo differente per poi ritornare all’uso ‘gotico’ della “esselonga” iniziale e mediale e della “esse corta” finale e questa si è transformata in nella regola quasi universale nella stampa fino alla conclusione del diciottesimo secolo quando l’utilizzo della s finale si generalizzò poco a poco, finché giunse a sostituire completamente la “esselonga”. Il testo della Costituzione degli Stati Uniti d’America, per esempio, impiega la “esselonga” unicamente lì dove la “s” è doppia, come nelle parole Congress, Class, Business …
La s lunga è rimasta nel francese e in inglese fino alla Rivoluzione Industriale.


Nel minuscolo corsivo della esselonga il disegno della lettera non presenta nessun trattino orizzontale d’incrocio ed ha invece un tratto discendente pendente verso sinistra non possibile nelle altre forme di carattere senza crenatura.
Poiché la “esselonga” era crenata e coincideva con il disegno dei caratteri adiacenti, la “esse corta”, a volte, è stata usata come espediente davanti alle lettere alte con cui la forma della esselunga si sarebbe scontrata.
Speciali legature sono stati fatte per molte delle combinazioni, quali as (per l’inglese da stampa) sb, sh, si, sk, sl, ss, st, ssi, ssl.

Come gli stampatori anche chi redige gli scritti umanistici, nella fine del quindicesimo secolo, ritornano generalmente ad utilizzare per firmare con le iniziali e la esselonga mediale e la essecorta finale. Ma i produttori della forma corsiva dello scritto e delle mani che si sono sviluppati da esso (chancery corsivo e le mani ‘italiane ‘) successive spesso non hanno fatto uso affatto della esselonga e distesa e dell’uso contradditorio dei calligrafi è in maniera sconvolgente differenti dalla pratica rigida osservata dagli stampatori. Gli esempi dell’utilizzo della essecorta iniziale e mediale possono essere trovati verso la conclusione del quindicesimo secolo nel lavoro di Bartolomeo Sanvito e forse, una figura significativa in questo contesto come in molti altri, è il famoso calligrafo di sedicesimo-secolo Giovan Francesco Cresci a Roma che, diverso dei produttori più in anticipo del corsiva di cancellaresca, compreso il suo arco-rivale Giovanni Battista Palatino, ha reso piccolo ad uso della s lunga in suoi propri manoscritti e libri di scrittura. Il suo nuovo stile, adottato dai suoi allievi e successori, ha cambiato il tipo di scrittura a mano occidentale.
Dal quindicesimo alla fine del diciottesimo secolo ci sono molto poche eccezioni in testi stampati alla regola che la s iniziale e mediale era lunga e la s finale era corta. Una delle eccezioni è visibile in una serie di stampati a Vicenza nel 1520 per il riformatore linguistico italiano Giangiorgio Trissino, in cui la s lunga e corta è usata per distinguere espressamente e la consonante. Pierre Moreau, che ha stampato nel 1640, a Parigi, con i tipi ha basato su una versione corrente della mano corsiva italiana, ha seguito la pratica dei calligrafi contemporanei ed ha usato soltanto la s corta. La s lunga non è stata usata in Joseph Ames, le antichità tipografiche (Londra, 1749), né nel Virgil di 1758 ha stampato da Robert e da Andrew Foulis di Glasgow e da alcuni dei loro altri titoli. Gli esempi di stampa senza s lunga inoltre sono stati ritrovati in Spagna durante la fine del diciottesimo secolo, l’esempio più iniziale finora identificato essendo Tomas Lopez, Descripción de la Provincia de Madrid (Madrid: Joaquín Ibarra, 1763). Altri esempi includono Andres Xímenez, del di Descripción… Escorial (Madrid: Antonio Marín, 1764), il tipo esemplare di Antonio Espinosa (Madrid, 1771) e Sallust del Ibarra (Madrid, 1772). Veda D. B. Updike, i tipi di stampa, secondo ed. (1937), figs. 233-44. Non ci sembra essere spiegazione stampata da c’è ne di questi stampatori perchè hanno fatto questo, ma sembra probabilmente che questi esempi di diciottesimo-secolo in Gran-Bretagna ed in Spagna rappresentano l’inizio di una sommossa contro l’uso irrazionale di due forme differenti per una lettera, che ha significato che così come la s lunga in se che lo stampatore ha dovuto trovare la stanza nell’argomento per il suo numeroso ligatured le specie così come i cinque inevitabili per la f.
Lo scarto generale della s lunga dagli stampatori è probabilmente dovuto François-Ambroise Didot, Parigi, che in circa 1781 inizia il taglio di nuovo stile di tipo che più successivamente è stato conosciuto in inglese come ‘faccia moderna ‘. La s lunga non è stata inclusa nei nuovi tipi e l’esempio del Didot è stato seguito rapidamente da altri stampatori sotto la sua influenza. Uno di questi era John Bell, stampatore e typefounder a Londra, a quale il movimento per il relativo disuse è attribuito a volte erroneamente. Bell non ha usato la s lunga in suo giornale il mondo, in primo luogo pubblicato il 1 gennaio 1787, né nel testo dell’esemplare di nuovi tipi tagli per la sua Lettera-Fonderia britannica da Richard Austin (1788), anche se la sinossi del fount indica che la s lunga e le relative combinazioni sono state fatte per esso. Bell aveva una conoscenza di con i libri francesi contemporanei, che ha importato in Inghilterra ed aveva usato un piccolo formato di uno dei tipi tagliati da Firmin, figlio di François-Ambroise Didot. ‘nel Prolegomena ‘al suo Shakspeare (1788) Belhi hanno spiegato che i suoi oggetti nell’omissione della s lunga erano dare le linee ‘che l’effetto di essere più si apre ‘(uno scopo di molti stampatori del diciottesimo secolo tardo, quando i testi erano comunemente al piombo) ed evitare la confusione della s lunga con la f.
Quando i fonditori di caratteri in Gran-Bretagna introducendo la “modernità“ dei tipi durante la decade dal 1795 al 1805, la esselonga spesso non è stata fornita nelle polize dei nuovi caratteri costringendo gli stampatori a sostituirla con la presente essecorta portando rapidamente alla scomparsa dell’utilizzo. È stata fatta rivivere per un certo tempo per il relativo sapore antiquariato dagli stampatori come Charles Whittingham e Louis Perrin quando utilizzavano i vecchi caratteri e sono stati usati di nuovo per la stampa verso la metà del diciannovesimo secolo, ma la esselonga è completamente sparita nella stampa giornaliera con i tipi romani mentre sono ancora usate quando il tedesco è composto correttamente nei tipi gotici come Schwabacher e Fraktur.

Nella lingua tedesca, ad esclusione della Svizzera tedesca dove da molto tempo è stata abolito l’uso, e tuttora utilizzato il glifo della legatura “ß”, conosciuto con il nome di Eszett (o Esszett, Eszet, Esszet) o scharfes S se considerato a sé stante, poiché essenzialmente è basato sulla legatura “sz”. L’utilizzo dipende anche dal tipo di vocale. È usato dopo una vocale lunga, come in Straße (via), ma non dopo una corta, come in Gasse (vicolo).
Inoltre poiché la ß non può essere divisa, non si può sillabare, mentre le ss è diviso fra le sillabe (Gas-se). Questa lettera ha una particolarità tra gli alfabeti occidentali dal momento che non appare mai in posizione iniziale (tranne in rarissimi casi, come in alcune trascrizioni fonetiche di qualche dizionario tedesco dove indica il fonema /s/, opposto a che indica /z/).
I cambiamenti recenti alla ortografia tedesca hanno modificato le regole ed hanno ridotto le occasioni per il relativo uso sostituendo la ß con l’uso semplice della doppia s. La lettera minuscola latina S tagliente, come ß è conosciuta, non solo ha relativo posto fra i glyphs della serie di caratteri di ASCII (dal 1986) e di Unicode (U+00DF), ma è accessibile sui telefoni mobili.

Nella lingua francese la “esselonga” seguita da un’altra s poteva essere scritta in più modi, secondo il gusto del tipografo (e talvolta senza grande coerenza), come due “esselonga” o con una “esselonga” seguita da una “esse rotonda”, il che può portare alla legatura ß che non è stata, in passato, limitata al tedesco.
Attualmente, i lettori o gli editori non preparati confondono frequentemente la “esselonga” con una f (nello stesso nodo in cui gli anglofoni confondono la grafia moderna di þ con una y tra cui non vi è nessun rapporto). La confusione è sovente dovuta alla presenza del trattino orizzontale. I matematici impiegano un ultimo avatar, della s lunga come simbolo dell’integrale: ∫. Esiste nell’alfabeto fonetico internazionale un’altra variazione della s lunga chiamata esh ʃ, che serve a indicare la consonante fricativa postalveolare sorda che si trova all’interno della parola pesce (indica il digramma italiano sc). La si ritrova attualmente nelle ortografie recenti di molte lingue africane (come il dagbani del Ghana, il songhoy e il tamasheq del Mali o anche il pandikeri dell’Uganda). La forma maiuscola non è una S ma una specie di sigma maiuscola greca, Ʃ oppure, nell’alfabeto internazionale di Niamey una versione ingrandita della minuscola, usata di preferenza per le lingue africane.

tratto da testi di James Mosley e di Giangiorgio Fuga