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Type Video: History of Type

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Seppur corto, 2 minuti circa, questo filmato prodotto da uno studente americano della Alexandre Graham Bell School di Chicago illustra molto male la storia dei caratteri fino a quasi i giorni nostri.

Infatti tale filmato è pieno di errori, provate a scovarli!

Scritto da Giò

settembre 24th, 2008 at 11:33

Type Video: Genesis – un piccolo video biblico sulla storia delle scritture

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In un video di 8 minuti una breve storia sulla nascita delle scritture e della tipografia fino ai giorni nostri, cadenzato al ritmo dei 7 giorni della creazione. Alcuni problemi con la leggibilità dei testi può risultare detestabile in questo video, ma non avendo l’originale è impossibile ogni correzione.

Testo in portoghese

Scritto da Giò

settembre 22nd, 2008 at 10:56

4) Veneziani – Rinascimentali (Classificazione Novarese)

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Il ritorno alle forme romane, nelle maiuscole (Subiaco, 1465) derivanti dai caratteri lapidari romani fu il preludio anche all’imitazione delle scritture umanistiche dette “Incunabuli” per il minuscolo dagli stampatori di Venezia che gli disegnavano e incidevano con il bulino.

Si formò così il primo alfabeto tipico, il quale – dopo il perfezionamento acquisito, dovuto ai prototipografi dell’epoca – trovò in Venezia l’ambiente ideale per la sua diffusione nel mondo. E ciò fu dovuto alle forme dei caratteri dei fratelli Da Spira, Griffo, Paganini, Ratdolt e, specialmente, di Nicholas Jenson.

Il tondo di Nicholas Jenson (1470)
Il tondo di Nicholas Jenson (1470)
Pagina tratta dal libro «Laertii Diogenis Vitae et sententiae eorum qui in philosophia probati fuerunt» stampato nel 1475 da Nicholas Jenson
Pagina tratta dal libro «Laertii Diogenis Vitae et sententiae eorum qui in philosophia probati fuerunt» stampato nel 1475 da Nicholas Jenson

Il carattere più utilizzato e armonioso di questa famiglia è, senza dubbio, il «Garamond», disegnato dallo stampatore francese Claude Garamond (1480-1561) “copiando” i caratteri sia dell’incisore di punzoni bolognese Francesco Griffo (1400-1500) per il «De Aetna» di Pietro Bembo (1495), tale carattere prenderà il nome di «Bembo», sia il carattere ononimo del francese Nicholas Jenson (1470). Il Griffo, che fu il primo a produrre ed utilizzare un corsivo da stampa, lavorava, a Venezia, per Aldo Manuzio (1450-1515) e inciderà anche il carattere per «l’Hypnerotomachia Poliphili» (1499) che prenderà la denominazione di «Poliphilus Roman», per la forma tonda e «Blado Italic» per quella corsiva.

Prima pagina di testo del «De Aetna» di Pietro Bembo (1495) con il carattere di Francesco Griffo

Prima pagina di testo del «De Aetna» di Pietro Bembo (1495) con il carattere di Francesco Griffo

Francesco Colonna
Francesco Colonna «l’Hypnerotomachia Poliphili» (1499) stampato da Aldo Manuzio con i caratteri di Francesco Griffo
Uno specimen di carattere “aldino” di Francesco Griffo (1499)
Uno specimen di carattere “aldino” di Francesco Griffo (1499)

Caratteristiche nel disegno delle lettere sono la presenza dell’asse verticale inclinata nettamente da 30° fino a 45° all’indietro; il contrasto tra i pieni ed i filetti è debole; le grazie hanno una forma arrotondata con la base concava; le differenze di spessore tra le aste verticali e le aste oblique sono più accentuate e, anche nelle lettere tonde; i rapporti di sottile e largo sono più accentuati; il filetto traversale della è inizialmente obliquo per poi trasformarsi in orizzontale.

Claude Garamond sarà il primo a disegnare il maiuscolo corsivo e ad utilizzare il corsivo insieme al tondo, come si fa attualmente, e non in alternativa come faceva il Manuzio.

Il corsivo del carattere disegnato da Claude Garamond (1540)
Il corsivo del carattere disegnato da Claude Garamond (1540)

Il «Garamond», del quale esistono numerose e differenti forme presenti sul mercato, alcune delle quali che nulla hanno a che fare con il disegno originale (i più fedeli ai punzoni originali sono: «Adobe Garamond» e «Garamond Simoncini», mentre la versione «ITC Garamond» è completamente distante dalle forme che dovrebbe rappresentare), è usatissimo nella composizione dei testi dei libri, nelle pubblicità, ecc.

Molto bello è il corsivo minuscolo di questo carattere, che si lega molto bene alle illustrazioni e dà all’insieme un’aria molto classica e pulita.

L’utilizzo di questi caratteri prevedevano, anche nel testo corsivo l’utilizzo delle maiuscole tonde fino alla metà del XVI secolo (nelle versioni ridisegnate per la tipografia moderna e la digitalizzazione non viene rispettata questa regola stilistica utilizzando come maiuscolo un “falso corsivo” storico).

Oltre alle varie versioni del «Garamond» esistono in commercio altri tipi digitalizzati di Veneziani: «Bembo», «Poliphilus Roman» «Blado Italic», «Jenson», «Garaldus», «ITC Galliard», «Golden», «Caledonia», «Centaur», «De Roos», «Elzevir», «Sabon», «Vendôme», «Romulus», «Trajanus», «Meno», «Minion», «Van Dijck», «Bitstream Iowan Old Style», «Serlio», «Aurelia», «Dante», «GFT Venexiano». ecc.

Vari tipi di Garamond prodotti da differenti fonderie che variavano leggermente o grossolanamente il disegno per aggirare le problematiche legate al copyright
Vari tipi di Garamond prodotti da differenti fonderie che variavano leggermente o grossolanamente il disegno per aggirare le problematiche legate al copyright
Corsivi del Vicentino di Ludovico Arrighi (1524 - 1526)
Corsivi del Vicentino di Ludovico Arrighi (1524 – 1526)

1) Lapidari – Romani Antichi (Classificazione Novarese)

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Sono i caratteri con grazie nati come prodotto architettonico per le iscrizioni dei monumenti (da qui il nome Lapidario) ed avevano origine di costruzione dal quadrato “capitalis quadrata” nell’epoca di Augusto e di Traiano.
Inizialmente i lapidari non avevano le grazie ed erano simili agli attuali lineari. Le grazie nasceranno come esigenza tecnica nel tracciare con il pennello le lettere prima di scalfire la pietra.

Primo lapidario romano del I secolo a. C. Da queste forme nasceranno alla fine del XIX secolo i caratteri Lineari
Primo lapidario romano del I secolo a. C. Da queste forme nasceranno alla fine del XIX secolo i caratteri Lineari

Ottimi esempi delle maiuscole quadrate usate per le iscrizione possono essere osservate nel Pantheon, nella Colonna Traiana e nell’Arco di Tito, tutti monumenti situati in Roma.

Esempio tipico di lapidario perfetto, ed inesauribile fonte di studi e di imitazioni, lo si può ammirare in una stele del basamento della Colonna Traiana, eretta nell’anno 114 nel Foro Traiano di Roma.
Esempio tipico di lapidario perfetto, ed inesauribile fonte di studi e di imitazioni, lo si può ammirare in una stele del basamento della Colonna Traiana, eretta nell’anno 114 nel Foro Traiano di Roma.

Particolare riconoscibile delle grazie è che terminano formando un angolo di 30° e la base, o vertice inferiore, è completamente piatta.
Nella (N) la differenza di spessore tra l’asta obliqua e le aste verticali è poco accentuata, così come nelle traversali della (V) e della (A). Le lettere rotonde come la (O), la (Q) e la (S) hanno un rapporto di largo e sottile, molto delicato e armonioso.
Oltre ad essere “semplicemente” incisi, i lapidari romani per grandi iscrizioni erano riempiti da lettere in bronzo, poi divelte durante il Medioevo e il Rinascimento dai Papi per ricavare il bronzo per fare armi. Esempi di ciò sono visibili nelle lapidi poste sopra gli archi romani dove rimane lo “scheletro” di ciò che era in precedenza.

Capitale quadrata lapidaria presente sullArco di Tito, circa 81 d.c., un esempio di maiuscola romana i cui caratteri erano originariamente in bronzo, si notano infatti i fori per inserire le lettere metalliche.
Capitale quadrata lapidaria presente sull’Arco di Tito, circa 81 d.c., un esempio di maiuscola romana i cui caratteri erano originariamente in bronzo, si notano infatti i fori per inserire le lettere metalliche.
Il Pantheon è stato edificato sotto Adriano; Imperatore di Roma nel 118 A.D. Nella facciata compare liscrizione in capitale romana: M·AGRIPPA·L·F·COS·TERTIVM·FECIT, che significa Marcus Agrippa, figlio di Lucius, costruito durante il terzo consolato.
Il Pantheon è stato edificato sotto Adriano; Imperatore di Roma nel 118 A.D. Nella facciata compare l’iscrizione in capitale romana: ‘M·AGRIPPA·L·F·COS·TERTIVM·FECIT’, che significa ‘Marcus Agrippa, figlio di Lucius, costruito durante il terzo consolato’.

Nei caratteri Lapidari non esistono molte serie tipografiche, sia come caratteri a “piombo”, sia digitalizzate in quanto non “disegnati” per tale scopo; nonostante ciò il «Trajan», disegnato da Carol Twombly nel maiuscolo e maiuscoletto è il miglior esempio tra i digitalizzati e si basa proprio sul disegno delle lettere incise sulla lapide nel basamento della Colonna Traiana (vedi sopra).

Altri caratteri basati sui lapidari romani sono «Augustea» di Alessandro Butti e «Nova-Augustea», disegnato da Aldo Novarese (con l’aggiunta del minuscolo inesistente fino al IX secolo) che hanno il pregio di mantenere integra la fisionomia delle maiuscole del Lapidario romano in tutta la bellezza espressiva.

Ulteriore esempio di carattere derivante dal lapidario e che mantiene di esso la sua fisionomia nel maiuscolo è il «Meridien» della Monotype.

Questi caratteri sono adatti per la titolazione nell’edizioni tipografiche di lusso, per opere bibliofile, lavori di pregio e per comunicare il periodo storico (lettering per titolazione cinematografica, manifesti, ecc.); la classicità del disegno castigato e solenne, mal si addice ad altri adattamenti.

Tesi tipografiche al Politecnico (2): Sistema

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La seconda tesi magistrale presentata nella mia subcommissione di Laurea al Politecnico di Milano del 24 aprile scorso è stata quella di Pamela Noventa, già partecipante al Corso di alta formazione in Type Design presso il Consorzio Poli.design, dal titolo “Sistema – Progetto di un sistema tipografico per una immagine istituzionale del Politecnico di Milano” con relatore Roberto Pieracini e correlatore Luciano Perondi.

Scrive Pamela nella sua relazione di tesi: “Il mio progetto tipografico della famiglia Sistema deve le proprie caratteristiche concettuali e formali ad un’ispirazione personale, basata sulla ricerca storica e sul legame di appartenenza che il Politecnico ha con il territorio e la città di Milano.
Vorrei che l’immagine di Ateneo si basasse su stimoli ed espressioni teoriche più vicine alla sua realtà, capaci di metterlo veramente in contatto con il contesto sociale, culturale e geografico in cui opera […] Attraverso la mia ricerca sono riuscita a trovare quella che, secondo me, potrebbe essere una chiave d’interpretazione interessante.
Questa chiave è diventata l’inizio di una famiglia tipografica, che rappresenta un omaggio alla storia, alle maiuscole lombarde e ad altre scritture – come quella onciale e semionciale, alle scritture medievali, ai caratteri egiziani del Novecento – e al progetto di utilizzo pensato esclusivamente per l’istituzione Politecnico di Milano. Il carattere Sistema racchiude in sé tutto l’insieme degli elementi storici, culturali, sociali, economici, letterari e artistici che, a partire dall’epoca della Rivoluzione Industriale, passando anche per altri Paesi, sono giunti in contemporanea qui a Milano, per celebrare un contesto di partenza – il 1863 – sotto una prospettiva moderna – il 2008.”

Le varianti del carattere Sistema

Sistema Formale Light – Regular – Bold: in questa variante il nome indica la sua possibile funzione di set progettato per un tipo di comunicazione formale, seria, ufficiale, burocratica.

Sistema Impronta Due Light – Regular – Bold: la variante Impronta sottolinea la storicità del disegno. Dal nome completo, il termine Due distingue tra loro le due varianti di matrice storica.

Sistema Impronta Uno Light – Regular – Bold:
la variante Impronta sottolinea la storicità del disegno. Dal nome completo, il termine Uno distingue tra loro le due varianti di matrice storica.

Sistema Informale Light – Regular – Bold:
il disegno è meno “rigido”, più morbido e arrottondato. Nel complesso questa variante determina una percezione più libera, meno convenzionale.

Sistema Lineare Light – Regular – Bold: in questa variante il nome rispecchia letteralmente le caratteristiche formali del disegno, semplicità e linearità. Sono le forme scelte come base.

Sistema Unicase Light – Regular – Bold:
la variante Unicase ha lo stesso valore di x-height per tutti i glifi. le lettere sono uniformate alle dimensioni maiuscole.

Esiste poi una variabile per simulazione con un Database chiamata Sistema Mix Uno dove il funzionamento del Database è stato simulato con le varianti Mix. Grazie ai quattro parametri individuati, i dati in archivio sono scelti random.

Bici-lettering a Milano

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Il gruppo del “Bici-lettering” della scorsa edizione (foto di Marta Bernstein)
Il gruppo del “Bici-lettering” della scorsa edizione (foto di Marta Bernstein)

Domenica 11 maggio 2008 l’Aiap propone la seconda edizione della gita ciclistica tra le iscrizioni milanesi ideata da James Clough, e collaudata con grande successo a novembre, quando James ha condotto un folto gruppo di ciclotipografi attraverso le strade del centro di Milano, segnalando e raccontando con competenza e grande passione le scritture esposte della città, dalle lapidi romane fino alle insegne dei negozi. Questo gruppo di Flickr vi permette di vedere qualche esempio dei luoghi visitati durante la prima edizione.
Questa volta si parte dalla sede Aiap di Via Ponchielli, alle 9.15. Arrivate muniti di bici e macchina fotografica: se la bici vi manca, Aiap vi permette di noleggiarla. Per maggiori informazioni e moduli di iscrizione potete collegarvi al sito Aiap.