Typography – Tipografia – Tipográfia – Typographie – Typografie – Typografi – Τυπογραφία

Archivio del tag ‘spazio’

Le abbreviazioni tipografiche

con 4 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie

Fin dall’epoca dell’Impero Romano e fino al XVI secolo, gli scrittori hanno ricorso a delle, “scorciatoie” da un lato per fare tenere il testo nello spazio d’impaginazione imposto e dall’altro per guadagnare spazio per economizzare denaro, poiché l’incisione nella pietra e la calligrafia su papiro e poi su pergamena è sempre costata cara.

Così, allora, inventarono i segni delle abbreviazioni. La loro moltiplicazione ha fatto che la lettura del testo alfabetico si è a volte trasformata in una vera codificazione di segni convenzionali (un pò come la stenografia in uso d’oggi) che solo l’iniziati potevano comprendere.

La prima tipografia ereditò ai suoi albori queste abbreviazioni che durarono un secolo e vennero soppresse sia per il minor uso del latino, sia per rendere più comprensivi i testi al maggior numero dei lettori. Al giorno d’oggi vengono utilizzate diverse abbreviazioni per le diverse lingue.

Segni delle abbreviazioni utilizzati dal VIII al XVI secolo nella calligrafia e nella nascente tipografia
Segni delle abbreviazioni utilizzati dal VIII al XVI secolo nella calligrafia e nella nascente tipografia

Curiosi sono i significati di alcune di queste abbreviazioni, per esempio l’asterisco * che significava il denaro o il simbolo dell’infinito ∞ che un tempo si riferiva alla cifra mille intesa anche come Anno Mille (quello allora previsto come la fine del mondo e quindi l’infinito).

Testo in portoghese

Tesi tipografiche al Politecnico (3): Lettura dinamica

questo post è ancora senza commenti! - lascia il tuo, grazie

Ed ecco la terza tesi magistrale discussa lo scorso 24 aprile nella mia commissione di Laurea Magistrale al Politecnico di Milano. Tale tesi tipografica dal titolo completo: “Lettura dinamica. Redesign di un carattere ad alta leggibilità per la segnaletica stradale” è stata presentata da Bianca Scarfati con relatore il Prof. Clino Trini Castelli.

Per protezione del copyright sul materiale trattato, al momento, non posso divulgare immagini e ulteriori notizie sul progetto in corso. Appena riceverò la liberatoria tale interessantissimo lavoro troverà ampio spazio in questo blog e nella nuova rivista italiana sulla tipografia che prenderà avvio il prossimo autunno.

Anatomia dei caratteri

con 3 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie

Molti sono i vocaboli utilizzati per definire le parti anatomiche delle lettere.
Le aste sono gli elementi essenziali al carattere, poiché senza di esse la lettera non esisterebbe. Infatti le aste, con la loro combinazione convenzionale di linee, costituiscono la forma delle lettere e quindi si può dire che le lettere sono formate fondamentalmente da linee:
rette: E F H I L T i l
spezzate: A K M N V W X Y Z k v w x y z 1 4 7 1 4 7
curve: C O Q S c o s 0 3 6 8 9 0 3 6 8 9
miste: B D G J P R U a b d e f g h j m n p q r t u 2 5 2 5
Le aste rette possono essere:
– Aste verticali: sono così chiamate propriamente solo quelle delle lettere maiuscole.
– Aste medie – aste ascendenti – aste discendenti: sono così chiamate quelle delle lettere e numeri minuscoli indicando la loro posizione nello sviluppo verticale delle lettere stesse.
– Aste montanti (salienti o discendenti): sono quelle che non sono disposte perpendicolarmente alla linea di base.
– Aste traversali o barre: sono quelle che uniscono direttamente fra loro le aste verticali o le montanti.
– Aste traversali ad incrocio: sono quelle che troviamo nelle lettere minuscole (f) e (t) e nella cifra (4 4).
– Aste traversali spezzate: sono quelle che troviamo nelle lettere (M), (W) e (w).
– Aste oblique o spine rette: sono quelle che troviamo nelle lettere (N), (X), (Z), (x) e (z).
Si deve fare una distinzione tra i vari spessori delle aste: il filetto, per esempio, è un’asta di spessore minimo.

(1) Aste orizzontali - (2) Aste verticali - (3) Aste medie - (4) Aste montanti - (5) Aste traversali spezzate - Aste oblique (spine rette) - (6) Aste di congiunzione - (7) Archi - (8) Ardiglioni - (9) Barre e Aste traversali - (10) Becchi o rostri - (11) Bracci - (12) Code curve - (13) Code rette - (14) Colli - (15) Cravatte - (16) Gambe - (17) Ganci ad uncino- (18) Incroci traversali - (19) Occhielli - Anelli - Rilievo - (20) Orecchi a bottone - (21) Orecchi a goccia - (22) Orecchi a becco o uncino - (23) Orecchi a bandiera - (24) Pilastrini o speroni - (25) Spine curve o dorso - (26) Tratti terminali di testa - (27) Tratti terminali di piede - (28) Vertici superiori, inferiori e mediano - (29) Biforcazioni - (30) Spazio chiuso]img src=../immagini/6595658.jpg alt=(1) Aste orizzontali - (2) Aste verticali - (3) Aste medie - (4) Aste montanti - (5) Aste traversali spezzate - Aste oblique (spine rette) - (6) Aste di congiunzione - (7) Archi - (8) Ardiglioni - (9) Barre e Aste traversali - (10) Becchi o rostri - (11) Bracci - (12) Code curve - (13) Code rette - (14) Colli - (15) Cravatte - (16) Gambe - (17) Ganci ad uncino- (18) Incroci traversali - (19) Occhielli - Anelli - Rilievo - (20) Orecchi a bottone - (21) Orecchi a goccia - (22) Orecchi a becco o uncino - (23) Orecchi a bandiera - (24) Pilastrini o speroni - (25) Spine curve o dorso - (26) Tratti terminali di testa - (27) Tratti terminali di piede - (28) Vertici superiori, inferiori e mediano - (29) Biforcazioni - (30) Spazio chiuso
(1) Aste orizzontali – (2) Aste verticali – (3) Aste medie – (4) Aste montanti – (5) Aste traversali spezzate – Aste oblique (spine rette) – (6) Aste di congiunzione – (7) Archi – (8) Ardiglioni – (9) Barre e Aste traversali – (10) Becchi o rostri – (11) Bracci – (12) Code curve – (13) Code rette – (14) Colli – (15) Cravatte – (16) Gambe – (17) Ganci ad uncino- (18) Incroci traversali – (19) Occhielli – Anelli – Rilievo – (20) Orecchi a bottone – (21) Orecchi a goccia – (22) Orecchi a becco o uncino – (23) Orecchi a bandiera – (24) Pilastrini o speroni – (25) Spine curve o dorso – (26) Tratti terminali di testa – (27) Tratti terminali di piede – (28) Vertici superiori, inferiori e mediano – (29) Biforcazioni – (30) Spazio chiuso”

Le aste curve si possono distinguere in:
Archi: sono le aste curve aperte presenti nelle seguenti lettere e cifre:
(C – D – G – U – c – e – h – m – n – u – 2 – 2 – 3 – 3 – 5 – 5 – 6 – 9 – 9).
Anelli o occhielli: sono le aste curve chiuse presenti nelle seguenti lettere e cifre: (B – O – P – Q – R – a – b – d – e – o – p – q – & – 0 – 6 – 8 – 9); come pure in quasi tutti i caratteri di stile Calligrafico inglese.
Spine curve: sono le aste ondulate aperte presenti nelle lettere: (S – s – a); come pure nella cifra (2 – 2). Le aste possono essere uniformi o modulate. Si dicono uniformi quando il loro spessore rimane costante; mentre sono modulate quando i loro contorni formano un’armonica e graduale variazione di spessore.
La modulazione può essere a fusello e tronca; con pieni perfetti e di massima forza (grado calligrafico) oppure con pieno nascente e morente o con una porzione digradante in filetto.
Si dà una particolare importanza all’inclinazione delle curve modulate per la determinazione dello stile di una lettera tra un Romano Antico (curva inclinata a 45°), Veneziano (curva inclinata a 30°), Transizionale, Bodoniano ed Egiziano (curva verticale).
La forma delle lettere dà luogo a un contorno interno ed esterno delle medesime; tale contorno costituisce un fattore estetico di massimo interesse.
Se poi si considera che il contorno esterno e interno nelle lettere ad asta uniforme (gran parte dei lineari) è parallelo, mentre in quelle modulate esso è continuamente variato, si può intendere la raffinata sensibilità del disegnatore attento ad ogni effetto delle tensioni e delle forme create dal fluire delle linee. Perciò è necessario determinare le aste con una nomenclatura ancora più precisa in relazione alla loro posizione e alla loro forma nelle singole lettere.
Dai più basilari come: Asta verticale, orizzontale e obliqua; Filetto, Gancio, Barra, Montanti, Braccio, Pilastrino, Orecchio, Cravatta, Collo, Archi, Vertice superiore, inferiore e mediano, Coda curva e retta, Gamba, Spine curve, Incrocio, Tratto terminale: acutiforme, curviforme, mistiforme e rettiforme; ecc. Per arrivare a denominazioni più particolareggiate come: Modulazione a fusello, Modulazione tronca, Cimasa, Becco, Terminazione a bottone, a goccia, a becco, ecc.
Per prima cosa è consigliabile imparare a riconoscere le parti del carattere. Solo così sarà poi più facile riconoscere le caratteristiche dell’alfabeto base scelte dai diversi disegnatori.
Altre denominazioni particolari:
Coda che può essere retta o curva, è l’asta pensile di alcune lettere maiuscole e minuscole: (K – Q – R – g – j – k – p – q – y) e della cifra (7).
Uncino o gancio è un particolare tipo di coda o parte di essa presente nei caratteri ( J – f – j – r – t).
Bracci delle lettere sono certe porzioni terminali delle aste rette e curve aperte.
Ardiglione è il braccio che differenzia la (G) dalla (C). Pilastrino o sperone è il tratto verticale della (G), il sostegno dei bracci della (Y) e delle cifre (4 – 4) e (5 – 5).
Cravatta è l’asta orizzontale centrale della (E) e della (F).
Collo è l’attacco della coda della (g) al suo anello.
Vertice superiore, inferiore o mediano è l’unione e l’incrocio delle aste inclinate.
Aste di congiunzione sono i raccordi tra l’asta principale e gli altri elementi del carattere. Sono presenti nelle maiuscole: (B – D – P – R) e nelle minuscole: (b – d – h – m – n – p – q – u).
Tratti terminali, dette anche le grazie, sono sempre un’accentuazione stilistica dell’espressione fisionomica e decorativa delle lettere. Essi possono essere definiti tratti di testa se posti come tratti iniziali al carattere, e tratti di piede se sono alla base di esso. Sono tratti iniziali e finali quelli dei bracci, delle cravatte e delle code definiti becchi o ganci e ardiglioni.
Le grazie di piede possono essere di diversa forma corrispondente alle classificazioni storiche dei caratteri. Possono essere: angoliformi come nelle lettere Lapidarie romana; fratti come nei Gotici; curviformi come nei caratteri del Rinascimento; digradanti come i Transizionali; estemporanei e manuali come i caratteri Scritti e Calligrafici; fregiformi come negli Ornati; contrastanti come i Bodoniani; rettiformi come gli Egizi; ibridi come le Fantasie.

Tratto da: Grammatica tipografica di Giangiorgio Fuga

GFT Lespresso Sans Bold

con 12 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie
Esempi d’uso del GFT Lespresso Sans Bold nella nuova grafica de L’Espresso

Il progetto del “GFT Lespresso Sans Bold e Regular” prese il via il 1 aprile 2007, quando arrivò la telefonata dallo studio di Joel Berg (Art Director della rivista insieme a Theo Nelki) e pensai ad un pesce d’aprile, invece dopo 40 giorni (e notti) lavorative ecco progettato il nuovo carattere per le titolazioni della rivista “L’espresso”. Il carattere, un lineare condensato di elevata leggibilità e modernità, si presenta in due variabili di peso: Bold, per l’utilizzo nelle titolazioni della rivista, e Regular, per le titolazioni di eventuali allegati come “Uomo L’Espresso”. Una delle particolarità di questo carattere sono gli accorgimenti come gli accenti “corti” presenti in alcune maiuscole accentate alternative, segni d’interpunzione come la virgola e il punto e virgola anch’essi corti; e per ultima la “coda corta” applicata ad una Q alternativa. Tutti questi accorgimenti servono ad ovviare le sovrapposizioni nei titoli composti sterlineati. Nell’immagine sopra è visibile la copertina “alternativa” utilizzata per il numero 42/2007 l’inversione dei colori del titolone in “GFT Lespresso Sans Bold”, in rosso, e del sottotitolo in “Poster Bodoni BT”, in bianco ha reso più leggibile il sottotitolo, che utilizza un carattere di scarsa leggibilità, mentre il titolo ha acquistato enfasi. Sul mio spazio fotografico su Flickr tutto l’iter progettuale di questo font: www.flickr.com/photos/giofuga

Visita la pagina del progetto completo del GFT Lespresso Sans

Testo in portoghese