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Tesi tipografiche al Politecnico (5): SiRaff – sistema random di scrittura per fumetti

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Ecco un abstract di una seconda interessantissima tesi tipografica presentata nella scorsa sessione di luglio di Lauree Magistrali di Comunicazione Visiva presso il Politecnico di Milano – Facoltà del Design. Tale tesi è stata svolta da Francesca Mangiaracina ed ha ricevuto il maggior apprezzamento da parte della commissione esaminatrice.

Scrive Francesca:
SiRaff propriamente è un acronimo che nasce da Sistema random di font per fumetti. Siraff pertanto ha l’obiettivo di riprodurre in versione digitale le scritture dei fumetti nel rispetto delle caratteritiche della scrittura dell’autore considerato.

Alla base di Siraff la riflessione del duo letterror riguardo ad una metodologia progettuale più attenta alla generazione matematica di una font.

“Cosa succede se invece di disegnare delle lettere si scrivesse un programma che disegni le lettere?”

Esistono sostanzialmente due raggi di azione nella progettazione: il primo che si concentra sull’esteriorità, gestendo solo l’aspetto estetico dell’immagine, (il glifo); il secondo, invece, agisce più in profondità, interrogandosi su cosa esista oltre all’immagine. Quest’ultimo metodo necessita da parte del progettista una presa di conoscenza a monte del processo generativo, delle sue regole nonché delle regole che governano il funzionamento dello strumento utilizzato.

Sia che si preferisca utilizzare il primo o il secondo metodo è in dubbio che in entrambi i casi l’elemento base di tutto sia la matematica ed è certa la sua esistenza, di cui la funzione che governa il random ne è l’aspetto più interessante. Una cosa è certa: la matematica esiste ed è l’anima del progetto! Ma prenderne coscienza ed utilizzarla come punto di partenza in fase progettuale non vuol dire precludere la possibilità di ottenere un risultato di alta qualità estetica.

Tutt’altro, cambiare punto di vista può esser vantaggioso poiché aiuta ad entrare in una logica di progetto più profonda, mantenendo il pieno controllo delle potenzialità offerte dal mezzo.

Può la matematica governare la generazione di un carattere che simuli una scrittura manuale?

È possibile ricavare da una scrittura manuale delle regole che consentano in qualche modo di catalogare il comportamento di un glifo?

Partendo da questa riflessione ha preso forma SiRaff offrendo una metodologia che si fondi su regole matematiche utili a simulare scritture manuali sfruttando il random. È proprio la variazione della scrittura a mano libera che si cerca di controllare nel rispetto delle sue caratteristiche originali.

Viene eseguita, quindi, un’analisi accurata sul lettering.

La scelta del campione da analizzare è ricaduta sul fumetto d’autore “David Boring” di Daniel Clowes, in cui il lettering è interamente eseguito a mano dall’autore stesso.

Previa un analisi accurata sulle caratteristiche dello stile della scrittura punto di partenza per l’analisi è la verosimile possibilità che ciascun glifo venga in qualche modo influenzato, nel modo di scrittura, dal suo precedente.

Seguendo questa logica le 26 lettere dell’alfabeto vengono suddivise per convenzione in 4 gruppi di influenza:

1. A E H I L T F K Z Y

2. W N M V

3. O Q G C S U J

4. D P R B

Presi in esame una ventina di campioni per singola lettera, scelti casualmente, se ne valuterà analiticamente il diverso comportamento in relazione al glifo che lo precede, estrapolando aree d’azione per ciascun punto considerato appartenente al glifo. Stessa metodo di analisi è applicato per l’estrapolazione delle maniglie di controllo.

L’analisi effettuata prevede l’individuazione di variabili, successivamente parametrizzate, che possano caratterizzare il diverso comportamento del singolo glifo:

• altezza del glifo (distanza tra punti in ordinata)

• larghezza del glifo (distanza tra punti in ascissa)

• posizione del glifo (distanza tra punti in ascissa e ordinata, del singolo glifo rispetto al precedente)

e due varibili che agiranno su tutto l’alfabeto indipendentemente dal glifo che precede:

• tipologia del tratto (riprodurre il tipo di tratto dello strumento utilizzato)

• posizione del glifo (distanza del glifo, in ordinata, rispetto alla baseline)

Così facendo si riesce ad avere una panoramica completa sulla scrittura considerata. I campioni analizzati vengono scomposti in parti minime al fine di comprenderne la struttura costruttiva della singola lettera nonché le relazioni dei tratti costitutivi.

Ruolo fondamentale è riservato al random che agirà nello spazio secondo range di valori individuati e consentirà di generare nuovi e sempre diversi glifi sempre nel rispetto delle caratteristiche individuate per tipologia di comportamento.

Il metodo di analisi utilizzato tiene conto del modo di operare del software nonché delle regole costruttive del glifo riconosciuto come insieme di punti e di curve di bezièr.

Il risultato di tale metodo sarà un alfabeto tanto duttile da poter cogliere e simulare, tramite il random appunto, tutte le diversità di una scrittura per sua natura casuale.

La generazione di nuove lettere può essere così fatta agendo direttamente sullo script che l’ha generato e producendo font adattabili a qualsivolgia scrittura manuale.

Francesca Mangiaracina

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Tesi tipografiche al Politecnico (4): Flaminia, uno strumento opensource per la progettazione e la valutazione di caratteri per segnaletica

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Anche la sessione delle Lauree Magistrali di luglio, presso il Politecnico di Milano, è stata ricca di tesi con argomento la tipografia, il type design e le sue problematiche.

Varie tipologie di segnaletica con uso delle diverse variabili del Flaminia
Varie tipologie di segnaletica con uso delle diverse variabili del Flaminia

La prima tesi di questa nuova sessione e vi illustro è stata presentata da Andrea Bergamini dal titolo “Flaminia, uno strumento opensource per la progettazione e la valutazione di caratteri per segnaletica”. Un estratto di tale tesi sarà presente nel volume Italic 2.0 in uscita il prossimo autunno.

Flaminia è un sistema open source per la progettazione e la valutazione di caratteri per segnaletica che nasce dallo studio di diversi caratteri di questo tipo utilizzati nel mondo e dalla necessità di testare costantemente in itinere (con gli stessi materiali e nelle medesime condizioni d’uso) il proprio lavoro.

Inoltre Flaminia ha lo scopo di individuare alcuni variabili anatomiche che concorrono a determinare la maggiore o minore leggibilità di un carattere per segnaletica, configurandosi come uno strumento scientifico a supporto della ricerca in questo settore.

Le variabili ipotizzate in questa ricerca sono state:

• Altezza della x

• Larghezza del glifo

• Spessore delle aste

• Rotondità del glifo

• Presenza o assenza di glifi ambigui

• Rotondità delle aste

• Irregolarità dei tratti

• Presenza di grazie

Identificate le prime quattro come interpolabili per raggiungere un buon compromesso di leggibilità, esse sono state inserite in una Multiple Master di cui sono stati disegnati gli estremi (con x-height alta e bassa, extended e condensed, thin e bold, dalla forma quadrata o tonda).

A questo carattere estremamente duttile è possibile aggiungere altri elementi di studio, modificando lo stile del tratto, sostituendo alcuni glifi con delle versioni alternative o addirittura arrotondandone le terminali o apponendovi delle grazie.

Questa tecnica permette di generare rapidamente un gran numero di font “cavia” con le quali testare l’importanza di ogni variabile associandola, tra l’altro, anche a materiali e condizioni di luce diverse.

lo studio delle frecce direzionali
lo studio delle frecce direzionali

Il metodo applicato all’elemento alfabetico è stato successivamente utilizzato anche per l’altro elemento fondamentale della segnaletica, la freccia: per questo segno è stato infatti impostata un’altra Multiple Master con valori di spessori coerenti con quelli delle lettere, ma con variabili differenti; la freccia diventa in questo modo un altro glifo della font, perfettamente integrato a livello grafico, ma contemporaneamente ottimizzato per un utilizzo ancora più funzionale sui segnali.

Il progetto open source, che a breve sarà reso scaricabile dal sito dell’autore e da quello del gruppo di ricerca Progetto EXP, potrà in futuro essere rimesso in discussione, sostiuendo alcuni parametri e introducendone di nuovi. Nel frattempo alcuni diagrammi ancora in progress si possono vedere sul set di Flickr.

Tesi tipografiche al Politecnico (3): Lettura dinamica

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Ed ecco la terza tesi magistrale discussa lo scorso 24 aprile nella mia commissione di Laurea Magistrale al Politecnico di Milano. Tale tesi tipografica dal titolo completo: “Lettura dinamica. Redesign di un carattere ad alta leggibilità per la segnaletica stradale” è stata presentata da Bianca Scarfati con relatore il Prof. Clino Trini Castelli.

Per protezione del copyright sul materiale trattato, al momento, non posso divulgare immagini e ulteriori notizie sul progetto in corso. Appena riceverò la liberatoria tale interessantissimo lavoro troverà ampio spazio in questo blog e nella nuova rivista italiana sulla tipografia che prenderà avvio il prossimo autunno.

Tesi tipografiche al Politecnico (2): Sistema

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La seconda tesi magistrale presentata nella mia subcommissione di Laurea al Politecnico di Milano del 24 aprile scorso è stata quella di Pamela Noventa, già partecipante al Corso di alta formazione in Type Design presso il Consorzio Poli.design, dal titolo “Sistema – Progetto di un sistema tipografico per una immagine istituzionale del Politecnico di Milano” con relatore Roberto Pieracini e correlatore Luciano Perondi.

Scrive Pamela nella sua relazione di tesi: “Il mio progetto tipografico della famiglia Sistema deve le proprie caratteristiche concettuali e formali ad un’ispirazione personale, basata sulla ricerca storica e sul legame di appartenenza che il Politecnico ha con il territorio e la città di Milano.
Vorrei che l’immagine di Ateneo si basasse su stimoli ed espressioni teoriche più vicine alla sua realtà, capaci di metterlo veramente in contatto con il contesto sociale, culturale e geografico in cui opera […] Attraverso la mia ricerca sono riuscita a trovare quella che, secondo me, potrebbe essere una chiave d’interpretazione interessante.
Questa chiave è diventata l’inizio di una famiglia tipografica, che rappresenta un omaggio alla storia, alle maiuscole lombarde e ad altre scritture – come quella onciale e semionciale, alle scritture medievali, ai caratteri egiziani del Novecento – e al progetto di utilizzo pensato esclusivamente per l’istituzione Politecnico di Milano. Il carattere Sistema racchiude in sé tutto l’insieme degli elementi storici, culturali, sociali, economici, letterari e artistici che, a partire dall’epoca della Rivoluzione Industriale, passando anche per altri Paesi, sono giunti in contemporanea qui a Milano, per celebrare un contesto di partenza – il 1863 – sotto una prospettiva moderna – il 2008.”

Le varianti del carattere Sistema

Sistema Formale Light – Regular – Bold: in questa variante il nome indica la sua possibile funzione di set progettato per un tipo di comunicazione formale, seria, ufficiale, burocratica.

Sistema Impronta Due Light – Regular – Bold: la variante Impronta sottolinea la storicità del disegno. Dal nome completo, il termine Due distingue tra loro le due varianti di matrice storica.

Sistema Impronta Uno Light – Regular – Bold:
la variante Impronta sottolinea la storicità del disegno. Dal nome completo, il termine Uno distingue tra loro le due varianti di matrice storica.

Sistema Informale Light – Regular – Bold:
il disegno è meno “rigido”, più morbido e arrottondato. Nel complesso questa variante determina una percezione più libera, meno convenzionale.

Sistema Lineare Light – Regular – Bold: in questa variante il nome rispecchia letteralmente le caratteristiche formali del disegno, semplicità e linearità. Sono le forme scelte come base.

Sistema Unicase Light – Regular – Bold:
la variante Unicase ha lo stesso valore di x-height per tutti i glifi. le lettere sono uniformate alle dimensioni maiuscole.

Esiste poi una variabile per simulazione con un Database chiamata Sistema Mix Uno dove il funzionamento del Database è stato simulato con le varianti Mix. Grazie ai quattro parametri individuati, i dati in archivio sono scelti random.

Tesi tipografiche al Politecnico (1): Domino

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Oggi ho seguito, nella mia commissione di laurea magistrale, ben tre tesi che avevano come argomento la tipografia, segno forte di quanto questa disciplina stia rinascendo in Italia.
La prima, che vi illustro in questo primo post, mi vedeva relatore ed è stata presentata da Nora Dealti: dal titolo Domino.

Dall’introduzione della tesi:
“L’obiettivo di questa tesi è stato di fornire uno strumento utile al progettista e allo studente per scegliere in modo consapevole ed autonomo la font più adatta alla tipologia di lavoro da mettere a punto.
La necessità di fare ordine e di creare questa metodologia, utile per classificare i caratteri in base a considerazioni di tipo funzionale, che vanno oltre a quelle meramente storico-stilistiche, è diventata più forte con l’affermazione della digitalizzazione e l’avvento del desktop publishing.


La tecnologia ha, di fatto, rivoluzionato il modo di affrontare il lavoro e ha permesso ad un gran numero di persone di avvicinarsi a questo tipo di progettazione, senza necessariamente possedere conoscenze pregresse in materia di grafica e tipografia.


Domino intende, in primis, guidare il progettista in una scelta consapevole della font e, successivamente, in una sua corretta composizione, tenendo sempre in considerazione l’importante fattore della leggibilità.
Può inoltre essere impiegato per verificare, condividendo o meno, le scelte fatte da altri progettisti
riguardo a lavori già esistenti.

Domino, ovviamente, non ha la pretesa di regolamentare ogni scelta tipografica, è indubbio che il progettista debba tener conto anche di altri fattori come il contesto, lo stile, il target, ecc., ma
ritengo possa essere un buon punto di partenza.


Il progetto Domino è costituito da un manuale contenente i princìpi guida relativi ai sette ambiti
progettuali individuati (testo corrente, titolazioni, headline pubblicitarie, immagine coordinata, segnaletica, infografica e video), da un taccuino su cui poter testare e catalogare le font, e da un gioco, un domino appunto, con cui mettere alla prova le conoscenze acquisite con la guida”.

La tesi di Nora Dealti è stata valutata molto positivamente.