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Quando s’insegnava nelle scuole italiane la “Bella Scrittura” (parte seconda – tra le due Guerre)

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C’era una volta, e fino a non tanto tempo fa, nelle scuole italiane l’uso d’insegnare agli studenti ad avere una “bella scrittura”.

Così iniziava la prima parte – “da fine Ottocento alla Grande Guerra Mondiale”, dei post dedicati all’insegnamento della calligrafia nelle scuole italiane, una interessante documentazione che parte nell’800 ed arriva nei primi anni ‘60 dello scorso secolo quando viene soppresso l’insegnamento sia nelle scuole elementari (ridotto alla sola prima elementare quando la maestra/o scriveva sul tuo quaderno una prima riga di lettere e tu, scolaro, dovevi ripeterle molte volte cercando di copiarle dignitosamente), sia nelle scuole medie e magistrali, commerciali.
Prima ciascun allievo cominciava ogni anno dal primo quaderno e passava al successivo solo se aveva superato tutte le difficoltà del precedente.
In questa seconda parte sarà illustrato il periodo tra le due Guerre Mondiali che coincide con il ventennio fascista che influenzerà molto il contenuto nelle frasi e parole da scrivere presenti in questi quaderni ma non le denominazioni “internazionali” di inglese e francese.
Curiosità: durante il periodo fascista fu introdotta la “scrittura diritta” perché un medico oculista aveva detto all’allora ministro della pubblica istruzione che la scrittura inclinata farebbe male agli occhi, chissà poi perché! La calligrafia tradizionale insegnava, invece, che la scrittura doveva essere inclinata verso destra con un angolo di circa 36 gradi, in modo da assecondare i movimenti del polso e dell’avambraccio.

Modelli di Calligrafia per le Scuole Medie – Metodo Prof. Francesco La Manna (anni ‘20)
Scrittura Diritta – Modelli di Calligrafia per le Scuole Medie – Metodo Prof. Francesco La Manna (anni ‘20)
La Calligrafia nelle Scuole medie – Prof. Angelo Mona
Filosa
Metodo di calligrafia – Prof. Gaetano Filosa (1938)
Filosa
Influenza fascista nei contenuti del Metodo di calligrafia – Prof. Gaetano Filosa (1938)
La Manna
Esempio di utilizzo della bella scrittura ad uso commerciale e notarile

L’insegnamento in Italia

Come scrivevo nella prima parte, dalla scuola elementare e media, dove era una comune materia di studio, l’insegnamento della “bella scrittura” trovava il massimo grado di perfezione nelle scuole tecniche di avviamento professionale sia maschili, sia femminili come disciplina essenziale per lavorare nel commercio, nell’industria e negli uffici come impiegati. Il Regio Decreto del 1899 prevedeva per quest’ultimo ordine di scuole 3 ore settimanali (solo 2 ore nel femminile) per le prime classi con esercitazioni sul carattere inglese posato di varie altezze e sul corsivo inglese; mentre nelle seconde classi vi erano lo studio del corsivo, dello stampatello Aldino, Italiano, Rotondo, Bastardo (Coulé); nelle terze classi, infine, lo studio del gotico antico e moderno, stampatello romano e la distribuzione estetica dei caratteri. Esistevano manuali e quaderni ad album distribuiti in tutto il territorio italiano o in ambito regionale.

Tra le due guerre, oltre alle riedizioni del Prof. Tonso, sono i vari fascicoli di “Modelli di Calligrafia per le Scuole Medie. Metodo Lamanna (approvato dal Ministero della Pubblica Istruzione)” pubblicati dalla Società editrice Dante Alighieri e nel dopoguerra dalla Casa editrice Carlo Signorelli, scritti dal Prof. Cav. Francesco La Manna della ‘Reale Scuola tecnica Bonaventura Cavaliera’ di Milano, autore di altre opere e pubblicazioni calligrafiche per le scuole elementari e medie di ogni grado, per gli aspiranti all’insegnamento e per i cultori delle arti grafiche ad essere i più utilizzati.
Degli anni ‘20 sono i vari “Quaderni di Calligrafia” stampati da diverse cartolerie del Regno ed utilizzabili per tutti i metodi esistenti mentre all’estero esistevano quaderni di calligrafia e analisi musicale insieme.
Sempre degli anni ‘20 è il quaderno “La Calligrafia nelle Scuole medie” del napoletano Prof. Angelo Mona. In questo quaderno, oltre alle numerose tavole sulla scrittura inglese, i corsivi italiano, francese e tedesco; il rotondo, il gotico antico e moderno, il gotico delle pergamene, vi sono anche tavole sugli svolazzi.

Svolazzi da La Calligrafia nelle Scuole medie – Prof. Angelo Mona

Del 1921 è il “Metodo razionale di calligrafia, ad uso delle scuole tecniche, normali, complementari, commerciali e degli aspiranti al diploma di calligrafia” del Prof. Tullio Giaconi edito a Livorno da R. Giusti; e del 1938 è il “Metodo di Calligrafia” del Prof. Gaetano Filosa già operativo dai primi anni del ‘900 con il “Trattato di calligrafia” del 1904 edito dalla Litografia Democratica, “Corso completo di calligrafia, per le scuole medie, professionali, commerciali e militari” del 1911 e il quaderno “L’arte calligrafica nelle scuole medie : Raccolta di prospetti, intestazioni commerciali e composizioni calligrafiche” del 1913 editi ambedue dalla Tipografia G. Federici; per arrivare alla sua ultima pubblicazione nel 1958, il “Metodo di calligrafia” edito da A. Garzanti.

Gotico moderno compilato dal Prof. Gaetano Filosa

Il Filosa tratta la scrittura inglese, il corsivo inglese, la scrittura rotonda, il corsivo commerciale, la scrittura diritta, il corsivo tedesco commerciale; i caratteri per intestazioni tra i quali la scrittura italiana, il corsivo francese o coulée, il gotico antico e moderno, il gotico delle pergamene; gli stampatelli aldino e romano.
Del 1943 è il quaderno di 44 pagine di “Modelli di Calligrafia ad uso delle Scuole Medie” di Cesare Torricelli edito da Paravia.

Segue sui prossimi post la terza parte …