Typography – Tipografia – Tipográfia – Typographie – Typografie – Typografi – Τυπογραφία

Archivio del tag ‘type tour’

Scritte sbiadite a Milano (2)

con 4 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie
“ … CHE DA LE TEMPRA ALLE ANIME”
“ È L’AZIONE CHE DA LE TEMPRA ALLE ANIME”

Un’altra scritta sbiadita a Milano, questa volta eredità del ventennio fascista, è una delle tante frasi propagandistiche di Mussolini che comparivano principalmente nei muri dei paesi e su molti cascinali nelle campagne italiane.

In questo caso è un rarissimo esempio, forse unico, presente in una grande città come Milano anche se posto nell’estrema periferia sud della città nel quartiere del Vigentino, fino a pochi anni prima del Fascismo, comune a se stante di vocazione agricola.

Interessanti in queste tipologie di scritte sono, ovviamente, i caratteri utilizzati: lineari condensati con delle lettere particolari nel disegno come la ‘N’.

Scritto da Giò

luglio 15th, 2008 at 12:16

Scritte sbiadite a Milano (1)

con 2 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie
“VIETATO LO SCARICO DELLE IMMONDIZIE NEL FOSSO LATERALE LA STRADA”
“VIETATO LO SCARICO DELLE IMMONDIZIE NEL FOSSO LATERALE LA STRADA”

Se uno è un buon osservatore può imbattersi sui vecchi muri della propria città in curiose, emozionanti scritte e insegne sbiadite e deteriorate dal tempo.

Una sorta di malinconica testimonianza dei tempi passati ma pure una importante documentazione sulla tipologia dei caratteri utilizzati dipinti più delle volte in un ottimo lettering.

Riuscire poi a decifrare le scritte ed immaginare il contesto dove erano inserite quando sono state fatte ed allo stesso tempo vederle nel contesto odierno.

L’immagine sopra è posta a Milano in via Ripamonti nell’allora Comune di Vigentino inglobato negli anni ’30 nel Comune di Milano. Ai lati di questa lunghissima via milanese fino agli anni ’60 scorrevano le rogge in quanto essendo una via di uscita dalla città era costeggiata già da molti terreni agricoli.

Ora, in questa trafficatissima via, questa scritta fa sorridere e guardando al problema dello scarico delle immondizie nel napoletano ciò fa pensare.

Scritto da Giò

luglio 10th, 2008 at 12:11

Casa degli stampatori ebraici di Soncino (CR)

con 5 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie
Il vecchio torchio tipografico
Il vecchio torchio tipografico

Il Museo della Stampa – Casa degli Stampatori Ebrei è una tra le prime stamperie in Italia, e la prima a stampare testi ebraici, sorta nella cittadina di Soncino già nella seconda metà del ‘400, a meno di una trentina di anni da quella di Gutenberg a Magonza.
Il Museo, inaugurato nel 1988, in occasione delle celebrazioni del V Centenario della Stampa della Prima Bibbia Ebraica Completa è dedicato alla celebre famiglia di stampatori provenienti da Spira, vicino a Magonza, e in esso vengono illustrati i metodi di stampa e le vicende storiche.
La tradizione ha sempre indicato la tipica casa a torre nel centro della cittadina, oggi adibita a museo, come sede della stamperia della famiglia ebraica che trovò a Soncino lo stimolo per iniziare la nuova attività di stampatori.

I caratteri in legno di pero
I caratteri in legno di pero utilizzati per corpi grandi

A Soncino i primi ebrei arrivano, perché chiamati dagli Sforza, signori di Milano, che accolsero volentieri questi emigranti e, avendo ricevuto da loro un sostanzioso prestito di denaro, li autorizzarono a svolgere l’attività a Soncino, borgo di “frontiera” famoso come “fortezza” strategica nell’epoca sforzesca, al confine della vicinissima Serenissima Repubblica di Venezia, che stava vivendo, proprio in quegli anni, il suo rinascimento con grande sviluppo di iniziative artigianali, commerciali e culturali.

Sul legame tra prosperità e un Banco dei pegni da istituire ci sarebbe da meditare; limitiamoci a far notare che con questo compito, la gestione del banco dei pegni – uno dei pochi mestieri consentiti agli ebrei – Moshèh da Spira, proveniente dalla vicina Orzinuovi citta di frontiera della Serenissima, si stabilì in città. Ebbe un figlio, Israel Nathan, che faceva il medico e sognava di allestire una stamperia. Sarà il figlio di lui Yehoshùa Shelomòh (Giuseppe Salomone Nathan) a realizzarla.

È bene ricordarlo: sono passati appena 28 anni dalla scoperta attribuita a Gutenberg quando, nel 1483, vede la luce il primo libro stampato a Soncino, è il Talmud Babilonese; dopo pochi anni, nel 1488, la Bibbia Ebraica Completa, ovvero quella che si indica come la prima Bibbia ebraica stampata nel mondo, edita da Gershòm, uno dei figli del fratello, considerato il più grande tipografo ebreo e l’unico, allora, a stampare anche in italiano, in greco e in latino.

Seguiranno la prima Bibbia “tascabile”, usata anche da Lutero per la traduzione dell’Antico testamento in tedesco, le opere di Petrarca (1503) e altri testi ancora. La stamperia fu attiva nel Borgo per una decina d’anni, poi gli ebrei se ne andarono cacciati per l’opposizione cattolica culminata in un processo che li costrinse a chiudere la stamperia di Soncino ed a cercare rifugio e lavoro altrove. Ma lo loro impresa continuò in una migrazione che vide come tappe della “fuga”: Brescia, Casalmaggiore, Fano, Pesaro, Napoli, Salonicco, fino ad arrivare a Costantinopoli dove si stabilirono definitivamente. Continuarono a firmare la loro produzione con il nome “Soncino”, in omaggio al borgo nella quale erano stati accolti dopo la cacciata dalla Germania e stamparono persino testi religiosi cristiani.

I “Soncino” sono considerati i maggiori tra gli stampatori ebrei e cristiani che hanno pubblicato libri con caratteri ebraici. Tutte le opere stampate a Soncino (circa una trentina) sono in lingua ebraica e di argomento religioso.

Museo della Stampa – Casa degli Stampatori Ebrei Soncino
Via Lanfranco, 6 26029 Soncino (Cr)
Tel. 0374 – 83 171

Orari d’apertura
ORARI INVERNALI
da martedì a venerdì: 10.00 – 12.00
sabato e festivi: 10.00 – 12.30 e 14.30 – 17.30
ORARI ESTIVI
da martedì a venerdì: 10.00 – 12.00
sabato e festivi: 10.00 – 12.30 e 15.00 – 19.00

Museo della stampa
Indirizzo: Via Lanfranco, 6 26029 Soncino (Cr)

Type Milano: il riciclo nella Ragione

questo post è ancora senza commenti! - lascia il tuo, grazie
Lapide romana riciclata come elemento architettonico
Lapide romana riciclata come elemento architettonico

Capita di vedere, in molti monumenti medioevali e rinascimentali, il riciclo di lapidi di età romana come materiale edile. Questo tipo di riciclo era molto utilizzato nella Roma papalina dove vennero spogliati dei bronzi molti monumenti come il Colosseo ed i vari Archi per farne armi.
A Milano, sul lato ovest del Palazzo della Ragione, chiamato anche Broletto Nuovo, terminato nel 1233 per volere del podestà Oldrado da Tresseno come sede delle attività giudiziarie, vi è un esempio di riciclo di lapidi come materiale di costruzione.
In tale lapide vi è una iscrizione in lapidario romano con lettere in proporzione geometrica ed altre di forma più condensata “S”, “B”,”E”, “P” e “R”.
La scritta che compare in latino è la seguente (la lettera sostituita da un asterisco indica il dubbio interpretativo): CATILIVSC* SECUNDUS SIBI ET VALERIAE P L CROCINE VXORI•SVAE ET IVVENI•VERNAE•SVAE VIXITANNOS X

Una interessante raccolta di lapidi romane e medioevali sono presenti, in Milano, presso il Museo Archeologico di corso Magenta e presso la Basilica di S. Ambrogio. Questi due siti saranno argomento di prossimi post.

Tipoteca Italiana a Cornuda (TV)

con 5 commenti - leggili e lascia anche il tuo, grazie

Nel 1995 nasce la Tipoteca Italiana fondazione nel cuore della laboriosa provincia trevisana con l’intento di raccogliere, catalogare e conservare i caratteri tipografici ed i macchinari che hanno fatto la storia della tipografia italiana negli ultimi secoli.

Ospitata negli edifici dell’antico Canapificio Veneto, la Tipoteca da vita ad iniziative che valorizzano la tipografia.

Si costituisce così il Museo del Carattere e della Tipografia che offre al pubblico di studenti, di type designer e di cultori della materia una passeggiata nel panorama storico e tecnico della tipografia italiana attraversando le officine di fusione dei caratteri, le compositorie, le officine di stampa tipografica, i laboratori come: “Nell’officina di Gutenberg”, “La Scuola di Aldo” e “Tipi di tutti i tipi” e l’aula didattica dove si svolgono i corsi per comprendere dal vero l’invenzione della stampa a caratteri mobili, che ha permesso la diffusione universale del sapere, consentendo la nascita del mondo moderno..

Il Museo illustra tutti i passi della tipografia: dalla progettazione delle forme delle lettere alla loro incisione e itaglio dei punzoni di metallo; per poi passare all’ottenimento delle matrici che serviranno alla fusione dei caratteri per la produzione seriale dei tipi in lega piombo-antimonio.

A partire dagli anni ottanta del XIX sec., si assiste alla comparsa di tecnologie in grado di sviluppare la fusione meccanica, semiautomatica o automatica, e associata alla composizione.

Tra i continuatori di Gutenberg, pertanto, sono da annoverarsi gli inventori della “composizione meccanica”, quali gli americani Mergenthaler (1886) e Lanston (1887), creatori rispettivamente della Linotype e della Monotype.

La Monotype, introdotta in Italia nel 1903, è una macchina compofonditrice a caratteri mobili.

Concepita per la composizione di libri, è costituita da due dispositivi, la tastiera e la fonditrice. Nella homepage del sito della Tipoteca (in alto a sinistra) è possibile vedere un video sulla composizione utilizzando la Monotype.

La tastiera di una Linotype
La tastiera di una Monotype

La Linotype produce una “linea di tipi” ed è la capostipite delle macchine compositrici e fonditrici monolineari: incontrò da subito una vasta accoglienza, e per generazioni di tipografi occupati nei giornali fu la incontrastata “regina”.

Venne introdotta in Italia nel 1899. Nel Museo vi è anche una nutrita collezione di caratteri di legno dove la matrice di stampa si ottiene grazie all’arte di incidere il legno, nota come xilografia. La tecnica xilografica era utilizzata per realizzare caratteri mobili e fregi, soprattutto da manifesti: avevano, rispetto al piombo, il vantaggio della leggerezza e venivano intagliati direttamente sulla tavoletta.

L’introduzione del pantografo segna una vera “svolta” nella produzione dei caratteri, sia di legno sia di piombo: tale strumento, infatti, permette di eseguire disegni o incisioni con dimensioni ingrandite o ridotte rispetto a quelle di disegni originali.

Per i corpi grandi venivano utilizzati caratteri in legno
Per i corpi grandi venivano utilizzati caratteri in legno preferibilmente di pero

Fase antecedente la stampa è la composizione dei testi, questa poteva essere fatta a mano dove il compositore prende dalla cassa i caratteri necessari a comporre una riga di testo e li allinea sul compositoio, strumento che egli tiene in mano.

La composizione della riga comporta, oltre alle parole, la composizione degli spazi tra le parole e degli eventuali bianchi all’inizio e alla fine della linea.

In questo modo, i caratteri vengono chiusi in una giustezza, che è la riga di testo o la larghezza di una riga.

Aggiungendo riga a riga si ottiene la pagina.

Le righe di testo, separate dalle interlinee, sono ordinate sul vantaggio, un piano usato per appoggiare le linee che ha composto. Ultimata la composizione della pagina, l’insieme delle righe viene serrato con morsetti in un telaio chiamato forma.

A questo punto, la forma è pronta per la stampa: la macchina tipografica provvederà a inchiostrare le lettere a rilievo e a stamparle su carta. Il terzo passaggio illustrato è la stampa dal torchio tipografico alla offset.

Molto interessante è importante è la collezione di caratteri italiani sia come tipi metallici, sia come specimen, che offre una rassegna delle interpretazioni più significative proposte nel corso del Novecento.

Il disegno del carattere si può definire vera e propria traccia di memoria storica, rivelatore di espressioni estetico-formali legate al contesto storico in cui nasce.

Ogni carattere viene esposto in una forma che raccoglie i segni rappresentativi, accompagnata dalla stampa e da documenti d’epoca.

Questi alcuni caratteri presenti: Pastonchi (F. Pastonchi-E. Cotti, 1927), Griffo (G. Mardersteig, 1929), Semplicità (Studio Nebiolo, 1930), Triennale di Guido Modiano (Fonderia Reggiani, 1933), Neon (G. Da Milano, 1935), Landi (A. Butti, 1939), Hastile (A. Butti, 1941), Microgramma (A. Butti, 1941), Dante (G. Mardersteig, 1946-52), Tallone (A. Tallone, 1949), Garaldus (A. Novarese, 1941), Garamond Simoncini (F. Simoncini, 1958), Eurostile (A. Novarese, 1962), Forma (A. Novarese, 1946-1948).

Alcune pubblicità e specimen di caratteri italiani
Alcune pubblicità e specimen di caratteri italiani

Ampio spazio è dedicato nella Tipoteca ai Type Designers italiani con la presenza di medaglioni monografici dei principali tipizzatori italiani, scelti in quanto protagonisti di momenti storici significativi, sia per l’evoluzione del gusto sia per la ricerca di un’espressione artistica legata alla tipografia italiana, segnando profondamente lo sviluppo dello stile italiano.

La parete armadio della raccolta delle polizze dei caratteri. Sopra i pannelli sono rappresentate le classificazioni stilistiche di Aldo Novarese e lintegrazione Fuga
La parete armadio della raccolta delle polizze dei caratteri. Sopra i pannelli sono rappresentate le classificazioni stilistiche di Aldo Novarese e l’integrazione Fuga

Indirizzo:
via Cotonificio 3
31041 Cornuda (Treviso)
T ++39/0423 86338
www.tipoteca.it
info@tipoteca.it

Questi sono gli orari di apertura del Museo:
dal martedì al giovedì: 9-13
venerdì: 9-13 / 14-18
sabato: 14-18
domenica: solo su prenotazione (gruppi)
lunedì, festività e maggior parte di agosto chiuso

gruppi: visite guidate su prenotazione

Nostalgia di Urbino

con solo un commento - leggilo e lascia anche il tuo, grazie
Un po di lettering ad Urbino
Un po’ di lettering ad Urbino

Un po’ di nostalgia per i dieci anni di insegnamento all’ISIA di Urbino. Proprio in questi giorni gli studenti “isioti” hanno fatto dei workshop, tra i quali uno di “Scrittura espressiva” con James Clough, che avevo portato su io ad Urbino per fare seminari e che è rimasto un appuntamento annuale all’interno dell’ISIA, ed uno di Type Design con Albert Pinggera. Spero sempre che “qualcuno” si ricordi di me e mi chiami a far qualcosa lì, ma oramai non mi illudo più di nulla. Quello che mi rimane della mia esperienza urbinate è l’affetto, reciproco, di moltissimi studenti verso di me segno che in questi anni ho insegnato loro … qualcosa. Questa foto, elaborata per far risaltare il lettering urbano, l’ho scattata alle insegne al neon del Bar Basili in piazza della Repubblica.

Testo in portoghese