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Tesi tipografiche al Politecnico (2): Sistema

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La seconda tesi magistrale presentata nella mia subcommissione di Laurea al Politecnico di Milano del 24 aprile scorso è stata quella di Pamela Noventa, già partecipante al Corso di alta formazione in Type Design presso il Consorzio Poli.design, dal titolo “Sistema – Progetto di un sistema tipografico per una immagine istituzionale del Politecnico di Milano” con relatore Roberto Pieracini e correlatore Luciano Perondi.

Scrive Pamela nella sua relazione di tesi: “Il mio progetto tipografico della famiglia Sistema deve le proprie caratteristiche concettuali e formali ad un’ispirazione personale, basata sulla ricerca storica e sul legame di appartenenza che il Politecnico ha con il territorio e la città di Milano.
Vorrei che l’immagine di Ateneo si basasse su stimoli ed espressioni teoriche più vicine alla sua realtà, capaci di metterlo veramente in contatto con il contesto sociale, culturale e geografico in cui opera […] Attraverso la mia ricerca sono riuscita a trovare quella che, secondo me, potrebbe essere una chiave d’interpretazione interessante.
Questa chiave è diventata l’inizio di una famiglia tipografica, che rappresenta un omaggio alla storia, alle maiuscole lombarde e ad altre scritture – come quella onciale e semionciale, alle scritture medievali, ai caratteri egiziani del Novecento – e al progetto di utilizzo pensato esclusivamente per l’istituzione Politecnico di Milano. Il carattere Sistema racchiude in sé tutto l’insieme degli elementi storici, culturali, sociali, economici, letterari e artistici che, a partire dall’epoca della Rivoluzione Industriale, passando anche per altri Paesi, sono giunti in contemporanea qui a Milano, per celebrare un contesto di partenza – il 1863 – sotto una prospettiva moderna – il 2008.”

Le varianti del carattere Sistema

Sistema Formale Light – Regular – Bold: in questa variante il nome indica la sua possibile funzione di set progettato per un tipo di comunicazione formale, seria, ufficiale, burocratica.

Sistema Impronta Due Light – Regular – Bold: la variante Impronta sottolinea la storicità del disegno. Dal nome completo, il termine Due distingue tra loro le due varianti di matrice storica.

Sistema Impronta Uno Light – Regular – Bold:
la variante Impronta sottolinea la storicità del disegno. Dal nome completo, il termine Uno distingue tra loro le due varianti di matrice storica.

Sistema Informale Light – Regular – Bold:
il disegno è meno “rigido”, più morbido e arrottondato. Nel complesso questa variante determina una percezione più libera, meno convenzionale.

Sistema Lineare Light – Regular – Bold: in questa variante il nome rispecchia letteralmente le caratteristiche formali del disegno, semplicità e linearità. Sono le forme scelte come base.

Sistema Unicase Light – Regular – Bold:
la variante Unicase ha lo stesso valore di x-height per tutti i glifi. le lettere sono uniformate alle dimensioni maiuscole.

Esiste poi una variabile per simulazione con un Database chiamata Sistema Mix Uno dove il funzionamento del Database è stato simulato con le varianti Mix. Grazie ai quattro parametri individuati, i dati in archivio sono scelti random.

Specimen: Riscatype, London — 1938

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Pregevole edizione degli anni ’30 dello scorso secolo del Riscatype Catalogue della Yendall & Co di Londra famosa stamperia gallese fondata nel 1870 da John Robert Taylor a Monmouthshire e rilevata da Thomas Yendall nel 1878.
Dal 1925 inizia a fondere caratteri sotto il nome di “Riscatype” (la denominazione Risca deriva dalla omonima cittadina gallese divenuta sede della Yendall & Co.).
Nel 1931 si trasferisce a Londra, prima in Farringdon Street, e successivamente in Plough Court dove si trasforma esclusivamente in fonderia tipografica a partire dal 1935.
La Yendall & Co. è stata poi attiva, in altre sedi, fino al 1984 anno della sua messa in liquidazione.
Questo campionaro di caratteri da 334 pagine è stato ristampato negli anni ’50 e ’60 ed è interessante per la presenza dei caratteri di Eric Gill come il «Perpetua» e di un particolare «Gill Sans» che presenta la “a” minuscola con disegno “molto sensibile” e coda pronunciata.
È presente pure l’italiano «Pastonchi» disegnato da Francesco Pastonchi ed Eduardo Cotti nel 1927.

Altri caratteri presenti sono, in ordine alfabetico: Albertus Titling, Antique, Ashley, Baskerville, Bell, Bembo, Blado, Body Founts, Bodoni, Bold Face, Bold Gothic, Braggadocio, Broadway, Caslon, Centaur, Clear Face, Cloister, Cochin, Colonna, Condensed Bold, Economy Founts, Engravers’ Title, Falstaff, French Old Style, Gallia, Garamond, Gloucester, Gothic Condensed, Goudy, Grock, Grotesque, Horley Old Style, Horley Old Face, Imprint, Italian Old Style, Jocunda, Kino, LatinAntique, Light English Text, Lombardic Capitals, Mediaeval Black, Modern, Modernistic, Narrow Gothic, Old Face, Old Style, Othello, Plantin, Plate Gothic, Poliphilus, Rockwell, Runic Condensed, Sanserif, Script, Solus, Surrey Old Style, Times Roman, Trojan, Typewriter, Veronese, Walbaum, Washington Text.

In questo specimen compare una variante della a minuscola del Gill Sans.
In questo specimen compare una variante della “a” minuscola del Gill Sans.

È possibile vedere le immagini di questo specimen nel mio spazio foto su Flickr: www.flickr.com/photos/giofuga. Qui sotto ne avete una anteprima:

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